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Quale sarà il futuro di Paul George?

Tre possibili mete, tre ambienti diversi dove svolgere un lavoro da protagonista assoluto: dove finirà Paul George?

Riccardo Poletto
18.05.2018 18:09

Ormai da qualche settimana si è conclusa la stagione degli Oklahoma City Thunder, e quindi quella di Paul George. Un'annata fatta di luci e ombre quella dell'ex Pacers: 21.9 ppg, 5.7 rpg e 3.3 apg. Non male, ma neanche abbastanza per puntare a lottare per il titolo come voleva la dirigenza dei Thunder. Certo, la responsabilità non è tutta di George, ma le prestazioni sottotono sono un sintomo del fatto che il rapporto tra squadra e giocatore non è mai decollato e che quindi l'ala piccola potrebbe decidere di cambiare colori durante l'estate.

Già, nonostante la permanenza alla corte di Russell Westbrook sia durata solo un anno, George potrebbe già decidere di lasciare la città in cerca di altre sistemazioni. La possibilità che rimanga ad Oklahoma City non è da escludere, ma è certamente l'opzione più difficile date le condizioni della società, che vuole costruire una contender senza mai riuscirci.

Noi dello staff di GazzettaNBA ci siamo chiesti quali potessero essere le destinazioni più gradite, e siamo arrivati a tre mete tanto diverse quanto probabili.

Philadelphia 76ers

Anche se questo nome salta sempre fuori nelle discussioni sulla Free Agency, in questo caso non è detto a caso: i 76ers hanno buone probabilità di aggiudicarsi le prestazioni di Paul George per la prossima stagione.

Innanzitutto, George sarebbe un giocatore perfetto nel sistema di coach Brown, date le alte percentuali da 3 (40.1% nella stagione appena terminata) e la sua versatilità difensiva, ossia la capacità di difendere tutti i ruoli. L'ala targata OKC ricorda per caratteristiche un Covington più completo e più talentuoso: un 3&D che porta anche qualità e consistenza. Sull'adattabilità del giocatore nella squadra, quindi, non si discute: è chiaro che l'innesto di George impreziosirebbe il roster dei SIxers senza danneggiare il processo.

Ciononostante, potrebbe non essere il giocatore che la dirigenza sta cercando, perché le necessità potrebbero essere altre. Si è addirittura sentito parlare di LeBron James, che è un giocatore diverso da PG, e se il profilo ricercato fosse proprio quello del Re probabilmente George non basterebbe per completare il roster.

Lo spazio salariale però è ampio, e cercare di ingaggiare sia LeBron che Paul non sarebbe impossibile, anche perché il secondo si sposerebbe benissimo con Ben Simmons oltre che con la filosofia dell'allenatore. Avere un giocatore che monopolizza il gioco non ha fatto bene alla continuità di George, questo è vero, ma la point guard australiana non è certamente lo stesso tipo di giocatore di Westbrook: i tiri presi sono meno e la visione del gioco più sviluppata, dunque c'è una differenza sostanziale che accontenta le richieste dello stile dell'ex Pacers.

E poi c'è il vantaggio per i Sixers di essere una meta molto interessante. Squadra giovane e talentuosa, progetto chiaro e già avviato, volontà di fare bene, presenza di altri All-Star ed entusiasmo nell'ambiente: cosa si potrebbe desiderare di più?

 

Los Angeles Lakers

Nome molto inflazionato parlando di mercato NBA è anche quello dei Lakers. Anche in questo caso, però, ci sono delle ragioni.

Home sweet home: Los Angeles è la città natale di Paul George, e questo non è un fattore di poco conto nella scelta della prossima stagione. La voglia di tornare a casa, dove si è avvicinato alla pallacanestro per la prima volta, potrebbe risultare decisiva, dato che nelle scorse 8 stagioni il nativo di Palmville è rimasto lontano dalla propria famiglia. 

Per quanto anche quello dei Lakers sia un ambiente comodo dal punto di vista tecnico per un giocatore come George, la sua mansione cambierebbe rispetto a ciò che potrebbe fare a Philadelphia, dato che nei gialloviola non si troverebbe dei giocatori del calibro di Simmons ed Embiid. Lonzo Ball è l'anima del meccanismo offensivo della squadra, e questo farebbe gli interessi di PG, ma non ci sono delle vere e proprie soluzioni in attacco perché Ingram e Kuzma, anche se talentuosi, non possono caricarsi sulle spalle tutta la squadra. George sarebbe quindi la principale alternativa, e quindi dovrebbe mettere le vesti di uno scorer con la maggior parte della responsabilità.

Una sfida che potrebbe accettare, un'occasione per arrivare tra i grandissimi, ma al contempo un rischio enorme. Paul George scommetterà su se stesso?

 

Indiana Pacers

E se George decidesse di optare per un clamoroso ritorno?

E' vero, forse è una proposta azzardata, però nemmeno così tanto. Ricordate perché Paul lasciò Indiana? Perché non vedeva la possibilità di lottare per un titolo, data la mancanza di talento e completezza nel roster. Di conseguenza George si è rivolto ai Thunder, dove ha trovato un roster ricco di obiettivi e grandi nomi. Nello stesso affare ai Pacers sono finiti Domantas Sabonis e Victor Oladipo, papabile MIP, che hanno impreziosito una squadra che, senza troppe aspettative (e, anzi, pensando anche ad una rebuilding) è approdata ai Playoffs e ha messo in difficoltà i Cavs nel primo turno, uscendo solo dopo gara 7 in una serie dove il Re ha dominato in lungo e in largo.

Ai Pacers manca giusto qualcosina per poter sognare in grande, e questo tassello potrebbe proprio essere il figliol prodigo Paul George, che potrebbe dal canto suo riaprire le porte a quella che fino al 2017 era casa sua. Ad Indiana potrebbe trovare i suoi ex compagni, che sono però molto diversi da come li aveva lasciati un anno fa, oltre che una possibilità di competere per un palcoscenico più importante di un primo turno.

Anche in questo caso la scelta equivarrebbe ad un salto nel vuoto. Forse sarebbe perfino più rischiosa di quella dei Lakers, nonostante la squadra di Indianapolis sia reduce da una postseason sorprendente. Il cuore aiuterà George nella sua scelta, oppure l'ambizione prenderà il sopravvento?

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