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Le "frustranti" rotazioni dei Los Angeles Lakers

Entrare ed uscire continuamente dalle rotazioni dei campioni in carica non è facile, ma coach Vogel vuole tenere tutti sul pezzo in vista dei playoffs.

Gianluca Annicchiarico
28.04.2021 15:17

Quando l'allenatore dei Lakers, Frank Vogel durante la seconda partita consecutiva contro i Dallas Mavericks, ha chiamato il suo centro per sostituire Andre Drummond, la scelta è stata sorprendente e non è ricaduta come sempre sul solito “sesto uomoMontrezl Harrell, ma su Marc Gasol che veniva da tre partite senza un minuto in campo.

Il risultato della partita non è cambiato, uscendo sconfitti anche in questo caso, ma per Vogel, è stata un'opportunità per vedere come entrambi i suoi potenziali centri di riserva hanno affrontato lo stesso tipo di squadra permettendogli di fare ancora aggiustamenti in vista dei playoffs.

A fine partita Vogel spiegherà:

"Sto mantenendo tutti e tre i centri vivi. Abbiamo avuto l'opportunità di giocare due volte consecutive con Dallas e sto dando uno sguardo a ogni ragazzo e vedere come si comportano. Ma come ho detto, crediamo in tutti e tre i centri e dobbiamo mantenerli tutti e tre sul pezzo".

Vogel aveva accennato a questo cambiamento prima della partita contro i Mavs, quando ha affermato che una priorità rispetto alle ultime partite della stagione dei Lakers sarebbe stata quella di far giocare tutti i membri della squadra in modo che ogni giocatore del roster potesse essere "disponibile" per la postseason. Ciò è confermato dalle sue rotazioni negli ultimi incontri, in particolare - prima dello scambio Gasol/Harrell - anche Wesley Matthews era stato dentro e fuori dalla rotazione nonostante fosse in buona salute.

"Stiamo giocando per vincere. Crediamo in tutti i nostri ragazzi, e questo è un modo per assicurarci che tutti i nostri ragazzi rimangano attivi e in ritmo mentre ci avviciniamo ai playoffs."

Harrell non ha parlato con i media dopo la partita perché i giocatori che non giocano non vengono resi disponibili alla stampa, ma Vogel ha detto di aver gestito il cambiamento in modo professionale.

"Sì, è stato fantastico. Vede il quadro generale e quello che stiamo cercando di ottenere.”

Lo stesso Gasol, che si è trovato nella stessa situazione di Harrell qualche partita prima, subito dopo il suo ritorno in formazione ha riconosciuto che:

“Non è una situazione ideale per nessuno, sono stato in quella situazione e non ho giocato per alcune partite, e questo non piace a nessuno. Ma è tutto ciò che l'allenatore vuole che facciamo, e proveremo ad eseguirlo e farlo nel miglior modo possibile, rimanendo pronti e lavorando i giorni in cui non giochi. Ma non è l'ideale. Come giocatori, ti piace sempre sapere quando giocherai, come giocherai, ma abbiamo una squadra molto profonda".

Gasol non è l'unico giocatore che è stato in questa situazione, abbastanza normale in una squadra così profonda. All'inizio di questa stagione, anche Matthews ha parlato con Vogel del fatto che entrare ed uscire dalle rotazione non è assolutamente facile, ma ha elogiato Vogel per come gestisce la situazione. Altri, come il veterano Markieff Morris, sono stati ancora più sinceri, ammettendo in più occasioni che era dura rimanere fuori dalle rotazioni, e che sia lui che Matthews hanno cercato di vedere la situazione in maniera più ampia.

E' normale che in uno spogliatoio pieno di professionisti competitivi si riesca solo in teoria ad accettare la situazione dichiarandosi "impegnato" con la squadra indipendentemente dal numero di minuti giocati, salvo poi mostrare la propria frustazione con dichiarazioni del tipo:

"Ragazzi, state chiedendo alla persona sbagliata. È una decisione dell'allenatore. Come giocatore cerchi di rimanere sempre pronto, fai le stesse cose che fai per prepararti se giocherai molto, ma a volte non va così".

- Marc Gasol -

Un altro giocatore dei Lakers che può capire quello che sta passando Gasol in questo momento, potrebbe essere Kyle Kuzma. L'ala al quarto anno pur non avendo lo stesso pedigree di Gasol quando si è unito ai Lakers, ha vissuto una situazione simile proprio lo scorso anno quando per la prima volta non ha avuto un ruolo da protagonista principale nei Lakers e ha dovuto trasformarsi in un giocatore complementare.

Proprio Kuzma ha infatti dichiarato:

“Voglio dire che fa schifo, alla fine della giornata. Siamo tutti competitivi e tutti vogliamo essere in campo per 48 minuti. Penso che sia tutta una questione di sacrificio. Questo è qualcosa che ho davvero imparato l'anno scorso, qualcosa con cui ho lottato l'anno scorso. Ero duro con me stesso e un po' giù di morale, ma avevo ottimi compagni di squadra che mi sono rimasti accanto e l'ho capito. Se non giochi, non giochi, fai il tifo per il tuo compagno di squadra. Stiamo cercando di vincere i campionati in questo momento."

Per il ragazzo con il quarto minutaggio più alto della squadra è sicuramente più facile fare certe affermazioni, ma Kuzma ha ragione perchè i Lakers hanno obiettivi più grandi rispetto al minutaggio che i giocatori sentono di meritare ed è importante per la squadra e Vogel avere tutti con quella mentalità che sarà un fattore importante nella lotta per il titolo. Lo scorso anno Vogel ha messo entrambi i suoi centri allo stesso livello, ed erano sempre pronti quando entravano e uscivano dalle rotazioni durante la corsa alle Finals NBA, e questo dovrà succedere anche quest'anno con i tre centri se i Lakers vorranno ripetersi.

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