Dopo 16 partite dall’inizio della stagione, i Celtics si ritrovano con un record di 9 vittorie e 7 sconfitte, che nella Eastern Conference vale il settimo posto e che garantirebbe, invece, in controtendenza con le ultime stagioni, il quarto posto nella Western.

Un inizio positivo per i ragazzi di coach Brad Stevens, che si aspettava di dover affrontare una stagione del genere, fatta di alti e bassi continui, e che si ritiene soddisfatto soprattutto per quanto riguarda la fase difensiva, dove i Celtics oscillano nella top ten della stagione; per quanto riguarda la fase offensiva, a Boston comunque non si possono lamentare, in quanto nella statistica dei punti segnati a partita i Celtics sono ai piani medio/alti, nonostante l’assenza di una vera e propria superstar.

Osservando bene i risultati delle partite dei Celtics però, sembra appropriato l’aforisma:

Non mi fido molto delle statistiche, perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media”

Perché scomodare Bukowski parlando dei risultati di una franchigia Nba? Perché, proprio come recita l’aforisma, non sempre le statistiche medie raffigurano la realtà dei fatti.

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Osservando le partite di Boston infatti, si può notare come nelle sconfitte la difesa conceda sempre 100 punti, o comunque un numero molto vicino, mentre quando riescono a restare sotto questa immaginaria linea dei 100 punti subiti, Isaiah Thomas e compagni riescono quasi sempre a portare a casa la vittoria.

Lo stesso discorso vale per l’attacco: quando i Celtics hanno segnato più di 100 punti, hanno vinto in 6 occasioni su 9 mentre, quando non sono arrivati alla soglia della tripla cifra, hanno vinto soltanto in 2 occasioni (a Milwaukee, segnandone 99, e contro Phila, finita 84-80, una partita “strana” anche a detta di coach Stevens).

Questa “regola dei 100 punti” è un po’ il segreto di Pulcinella delle squadre NBA; rimanere sotto la tripla cifra è sintomo di una buona difesa, che il più delle volte nasconde una buona organizzazione di squadra, cosa che sicuramente i Celtics hanno, e spesso è più importante del talento. Quando la difesa funziona, si concedono 93 punti agli Hawks portando a casa la vittoria, quando non funziona se ne subiscono 121 dalla stessa Atlanta (forti le dichiarazioni di Stevens nel post partita) o 111 ai Nets, sconfitti due giorni prima con 25 punti di scarto, rimediando due brutte sconfitte.

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Sebbene il roster disponga di difensori di livello come Avery Bradley, Marcus Smart o Jae Crowder, è la difesa di squadra la vera arma in più dei Celtics, che diventa ancor di più un fattore tra le mura amiche, dove i Celtics sono di gran lunga la squadra che forza più palle perse agli avversari, ben 18.5.

Per i Celtics sta per arrivare il momento della verità: 5 partite consecutive in trasferta e, quando saranno usciti da questo tour de force, si potrà cominciare a tirare le somme per capire quale sia il reale potenziale di questa squadra

A proposito dell'autore

Studente diciannovenne. Senese DOC. Appassionato di basket in tutte le sue forme. Rassegnato al fatto che i playmaker siano in via d'estinzione.