“Quel giorno Renzo uscì,
Andò lungo quella strada,
quando un auto veloce lo investì”

(“L’ultima ballata di Renzo”, Rino Gaetano)

Un gesto banalissimo: apri lo sportello della macchina, sali su, metti in moto e parti.

Quante volte l’avevano e l’abbiamo fatto. Eppure anche un’azione così ricorrente può assumere una natura premonitrice, certo nostalgica, quando quella volta (maledetta lei) diviene l’ultima. Fatalità, si dirà. La strada, metafora perfetta per consumare la propria esistenza, nel bene e nel male: viaggio e adrenalina, speranza e pericolo. Spesso vita, talvolta morte.

Colei che accomuna i due protagonisti del racconto, Terry Furlow e Rino Gaetano, così distanti nello spazio eppur legati da un filo rosso di convergenze che segnarono i loro ultimi istanti di esistenza.

PicMonkey Collage

La storia di Rino la conosciamo tutti, morto (ammazzato?) nella sua Volvo 343 alle 3:55 del 2 giugno 1981 dopo una serata solitaria nei bar di Roma, investito da un tir e “rifiutato” dagli Ospedali della Capitale.

La storia di Terry, vi sarà chiara continuando a leggere.

L’uno ricorda l’altro. Sarà per la vicinanza temporanea (orario, anno, stagione) delle due tragedie o più probabilmente per quelle coincidenze, fortuite o meno, che avvolsero di mistero i decessi. Due a12803075-standardutentici scherzi del destino: Rino scomparso, strana legge del contrappasso, in una maniera che ricalcava le strofe de “L’ultima ballata di Renzo”, canzone uscita postuma e “profetica” di Gaetano. Terry deceduto quando la sua carta anagrafica diceva 25, il numero che sempre indossò e mai svestì da giocatore.

23 Maggio 1980, Ohio – Terry Furlow aveva davanti a sé la quinta stagione NBA. La sua quarta si era conclusa da pochi giorni, finalmente libero. Meritevole di divertimento, esigenza di qualsiasi 25enne, lui e l’amico ex Cavs Clarence Walker si erano recati a Linndale, a bordo di una Mercedes Benz.

“Una birra, grazie”

Un passo indietro – Chi era TF? Un ottimo giocatore, mica un fenomeno, di certo un personaggio pittoresco. Stima di sé? Altina.

“They’ve got nobody who can stop me. I am going to dominate their guards physically and psychologically.”

Ok Terry, it’s right.
Era nato il 18 ottobre 1954 a Flint, cittadina del Michigan, nel quale aveva intrapreso i primi (e successivi) passi su un parquet di basket. Quello della Flint Northern High School, per la precisione. Poi l’ammissione al Michigan State, college nel quale indossò la casacca n. 25 dal 1972 al 1976.

-1a6b88c3ce32cab41, 93, guardia tiratrice di ruolo, Furlow entrò nella storia collegiale del suo Stato per aver collezionato, in occasione di un back to back, la bellezza di 98 punti: 48 nella prima gara, 50 nella seconda. Era il 1976 ed ancora la linea da tre era una fantasia in testa a pochi illuminati. “Eroe a tempo perso”, citando Rino.

Il soprannome che si conquistò, descrittivo di una sfoggiante dote atletica, fu “The Trigger”: il grilletto, l’innesto. E non perché maneggiava colt come un pistolero, bensì per la sua abilità di saltare ricordando il meccanismo di una molla, scattante ed energico. Sopra le righe, in ogni senso.

“Il cielo è sempre più blu”, o almeno così stava diventando per Terry. Realmente, senza ironie “gaetaniane”. Quell’anno, il 1976, fu memorabile: stagione al Michigan State conclusa da imbattuto e salto nell’NBA.

Al draft venne scelto con la 12° assoluta dai Sixers , dove fu coinquilino di Julius Erving, Doctor J, compagno di Mike Dunleavy Sr e Joe “Jellybean” Bryant, padre di Kobe. Da rookie giocò le sue prime Finals perdendole 4-2 contro i Blazers.

Quattro anni ai massimi livelli coincisero con altrettanti trasferimenti: dai Sixers ai Cavs nel 1977-78. Dall’Ohio alla Georgia, con la canotta degli Hawks tra 1978-79. Infine,1979-80, la sua ultima stagione nei Jazz dove mise a referto una media di 16 punti.

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Stagione 1976-77, TF è il primo giocatore in alto a sinistra, n. 25

Vita monotona? Mai.

Eddie Johnson, compagno di TF agli Hawks, intervistato da Sport Illustrated disse:

“Ha fatto un sacco di cose che non volevo facesse. Ho cercato di convincerlo a cambiare, ma Terry sentiva di poter conquistare il mondo”

Johnson è un cognome ricorrente nella storia di “The Trigger”. Dopo Eddie, ecco Earvin. Chi??? Vi aiuto: Earvin Magic Johnson. Nella sua biografia, My Life, Magic racconta di come Terry lo prese sotto la sua ala ai tempi dell’Everett High School, vedendo in lui il talento innegabile che si rivelò essere. Diceva al giovane:

“Young Fella, you’re gonna hang out with me”

Le lezioni che Terry impartiva a Magic nelle sfide 1 Vs 1 erano un concentrato di eccentrica autostima e altruista iniziazione alla durezza. Un trattato di come sopravvivere nell’NBA di quegli anni. Magic che vinse per la prima volta dopo due anni, racconta:

“Mi ha distrutto ogni singola volta che abbiamo giocato, era sempre 15-0. Era il suo modo per indurire un giocatore alle prime armi.”

23 maggio 1980 , Ohio – Di nuovo quella sera primaverile di 34 anni fa. Molto sballo e pochi pensieri. Certo che è concesso, diavolo, è finita la stagione. Non solo.

“E bevo birra chiara in lattina, me ne frego, e non penso a te”, cantava Rino.

260825826001_2405154233001_vs-519e7e98e4b032f084b9cfe9-767904724001Quel “te” nella distopia di Terry è lo sprezzo del pericolo, la noncuranza di tragiche conseguenze. E’ un attimo, non si torna indietro. Lo schianto accadde alle 3:10 del mattino, un palo l’ostacolo che l’auto non riuscì a vincere. Nella Mercedes Benz tre lattine di birra, relitti della serata, affiancavano il corpo esanime di Terry. L’autopsia rivelò nel sangue dell’ex giocatore tracce di cocaina e valium.

Oltre tre decenni dopo, a Flint si commemora ancora quel ragazzo che “voleva la palla, voleva tutto”, dotato di estrema naturalezza e bizzarra generosità. Earl, il fratello, va fiero di quel che Terry ha lasciato in terra, un ricordo vivo e positivo:

“Un sacco di ragazzi di Flint, anche se è passato molto tempo, parlano ancora di lui e sanno chi è stato”

Sarà per il luogo della sua sepoltura, nella parte anteriore di Gracelawn Cemetary che si affaccia lungo la principale strada (ancora lei) di Flint, la Saginaw Street. Chi vi passa, vedendo la scritta “Terry Furlow”, sentirà una strana molla scattargli dentro. Cos’è? “The Trigger”, l’innesto mentale della memoria.