Restare può essere più rivoluzionario che partire. Tra soldi, fedeltà e ambizione, l’NBA si gioca anche fuori dal campo

Il mercato non si ferma mai, neppure in NBA. Questa estate è stato un continuo ping pong di trasferimenti, scambi clamorosi, buyout e chi più ne ha più ne metta. Poi c’è chi invece ha deciso di non cambiare e di restare dov’era ed è stato ripagato da una montagna di dollari. Già, perché i rinnovi nello sport più seguito d’America sono a nove cifre, centinaia di milioni di dollari dati ad ogni cestista famoso per continuare a divertire il pubblico con le sue magie.
Pensiamo ad esempio a Paolo Banchero, il talento italo-americano che ha deciso di restare ad Orlando per altri 5 anni: un rinnovo da ben 239 milioni di dollari con la clausola supermax pronta a scattare in caso di exploit individuali. E sì, Paolo ormai non è più un rookie ma un campione amato e riconosciuto da tutti e il riconoscimento non poteva che essere anche economico.
Oklahoma City invece si coccola i suoi due figli più preziosi, Jalen Williams e Chet Holmgren: estensioni rispettivamente da 300 e 250 milioni di dollari. Quasi mezzo miliardo per due elementi della squadra ai quali si aggiungono i 285 milioni di Shai Gilgeous-Alexander, che però scatteranno dal 2027 in poi. Programmazione e pianificazione anche con i giovanissimi.
Una scommessa come quella che ha fatto San Antonio, che oltre a Wembanyama ha blindato anche De’Aaron Fox con un quadriennale da 229 milioni. Visione e velocità insieme: un’accoppiata ambiziosa e pronta a stupire.
Il rinnovo “ponte” di Doncic e il ritorno di Lillard
Leggendo queste cifre sembrano quasi spiccioli quelli garantiti a Luka Doncic dai Lakers: “solo” 165 milioni ma per un accordo triennale. Doncic infatti si è voluto lasciare il controllo sul suo futuro perché sa che potrà ottenere un supermax molto più ricco in futuro. Un esempio di come i cestisti ormai siano diventati anche degli ottimi manager di loro stessi e riescono a massimizzare i guadagni anche con calcoli molto articolati.


A proposito di rinnovi “poveri” (si fa per dire!) ecco Mikal Bridges: i Knicks lo hanno blindato con un quadriennale da 150 milioni. Ma a questo proposito va sottolineato anche il ritorno al passato di Damian Lillard, che da Milwaukee torna a Portland con un triennale da 42 milioni. A 35 anni un prolungamento non banale, un romanticismo costoso, ma forse necessario. Per lui, per i Blazers, per i tifosi che ancora cantano il suo nome con affetto.
Cifre davvero da capogiro, cifre che pochissimi sport al mondo possono vantare. Si parla sempre del calcio e dei rinnovi multimilionari dei calciatori ma rispetto al basket professionistico americano siamo lontani anni luce. Il prezzo giusto da pagare per ragazzi che riescono a regalarci grandissime emozioni ogni volta che quella palla entra nella retina.