Solamente pochi mesi fa, e più precisamente ad aprile 2017, Magic Johnson era ospite al Jimmy Kimmel Live (noto talk show dell’emittente televisiva ABC negli USA) e spiegava quali fossero i suoi piani per riportare i suoi amati Los Angeles Lakers agli albori di un tempo.
Alla precisa domanda del noto anchorman statunitense di cosa ne pensasse di Paul George, Magic si prodigava a tesserne le doti ed il talento cristallino per poi proseguire, su insistenza di Kimmel, che qualora lo avesse incontrato (Paul George n.d.r.) gli avrebbe strizzato l’occhio in maniera evidente per mostrargli tutta la sua ammirazione.
La scena, complice anche la grande simpatia che naturalmente genera il sorriso di Magic, suscitò l’ilarità generale, salvo poi rientrare su canoni più sobri quando Johnson si ricompose e spiegò che in NBA è vietato contattare in maniera diretta i giocatori che sono sotto contratto con altre franchigie.
Detto fatto: è notizia recente la richiesta verso la NBA da parte degli Indiana Pacers di investigare proprio su Magic Johnson ed i suoi Los Angeles Lakers per un presunto contatto ai danni di Paul George, quando questi era ancora sotto contratto con la franchigia all’epoca gestita da un’altra legenda di questo gioco, Larry Bird.
Secondo i Pacers, infatti, dietro il mal di pancia che Paul George manifestò sul finire della scorsa stagione ci sarebbero stati proprio i contatti tra Magic Johnson, Paul George ed il suo agente, al fine di delineare un futuro in gialloviola per l’attuale ala degli Oklahoma City Thunder.
Al momento la NBA ha fatto sapere che i Los Angeles Lakers stanno cooperando nelle indagini in corso e che, cosa più importante, ancora non è stato trovato nulla che certifichi l’accusa degli Indiana Pacers. Qualora l’accusa dovesse risultare fondata i Los Angeles Lakers rischierebbero sanzioni molto pesanti, che potrebbero addirittura portarli a perdere una futura scelta al draft, piuttosto che il pagamento di una multa (per un valore fino a 5 milioni di dollari), senza far passare in secondo piano il fatto che, con ogni probabilità, la NBA potrebbe vietare in maniera categorica un eventuale passaggio di Paul George alla corte di coach Walton.