Mancano ancora due mesi, o poco meno, alla consegna degli anelli ai Golden State Warriors, che avverrà, come sappiamo, il 17 ottobre. Alcuni movimenti, è ovvio, ancora andranno verificandosi, ma per ora, in questa caldissima estate, alcuni team in particolare, possono pensare seriamente di essersi avvicinati, e non poco, ai Campioni della Baia.
Abbiamo deciso così di stilare una lista inerente le nuove contender che si sono formate in questa offseason, senza voler fare alcun tipo di classifica e che secondo noi potrebbero dar fastidio agli invincibili Warriors. Chiaramente escluderemo a prescindere Cleveland Cavaliers e San Antonio Spurs che, essendo già tra le migliori contender della lega non verranno prese in considerazione.
OKLAHOMA CITY THUNDER
Una delle franchigie che ha notevolmente ridotto il gap nei confronti della Dub Nation è quella dell’Oklahoma. I Thunder, un anno dopo, sono riusciti in maniera del tutto eroica a sostituire l’importante assenza di KD. Certo Kevin è una spanna sopra tutti, ma sicuramente George farà dimenticare la mancanza del fresco Campione NBA. Con un Westbrook così e l’innesto di PG, sarà veramente spettacolo e battaglia pura contro i ragazzi della Baia.
Un ipotetico quintetto per la stagione 2017-2018 di questi Thunder potrebbe essere: Westbrook, Abrines, Roberson, George ed Adams a proteggere il ferro. Il problema di fondo che sostanzialmente era presente anche la scorsa stagione, rimane: questi Thunder necessitano di un altro giocatore in quintetto che possa fare la differenza in campo assieme ai due All-Star. Sarebbe da dire: quanto ci vorrebbe uno come Ibaka!
Ma ciò che è stato, è stato, e sicuramente in qualsiasi altra condizione, i Thunder e Sam Presti non sarebbero stati in grado di acquisire uno come Paul George. È però da sottolineare come questi Thunder si siano però rinforzati in panchina aggiungendo pedine come Felton, Patterson e McDermott ai vari Singler e Kanter già precedentemente presenti. La difesa è di primissimo livello, capace di resistere ai colpi che gli Warriors infieriscono nei confronti dei loro avversari. Westbrook, Roberson e George sono infatti assolutamente in grado di reggere il confronto rispettivamente contro Curry, Klay Thompson e Durant.
L’impressione più che logica è che, comunque, triple-doppie o meno, questi Thunder abbiano ancora bisogno di qualche innesto per poter aspirare ad una sanguinolenta lotta nelle finali della Western Conference. È ovvio che, alla lunga, panchina ed attacco degli uomini di Steve Kerr, si dimostreranno assai migliori.
HOUSTON ROCKETS
In quel di Houston invece, per ora, sembrano assolutamente non avere problemi, e ciò trapela dalle rassicuranti parole dei diretti interessati quali Harden, Paul e soprattutto Mike D’Antoni, il quale è il primo a credere nella consacrazione di questo magnifico duo. È inutile però nascondere una certezza: l’asse Paul-Harden potrebbe rivelarsi come un clamoroso Top/Flop, così come potrebbe invece ristagnare nell’anonimato delle pseudo-contender dei playoffs.
Tutto nasce dalle mani o di Harden o di Paul, ma solo la mano di D’Antoni sarà quella che potrà benedire questa fantasiosa coppia. Il come è ancora da decifrare ma, nelle prime partite della prossima regular season, potremmo gustare un piccolo assaggio di quello che i Rockets potranno definitivamente rivelarsi in futuro. La circostanza più accreditata, per questi Rockets, è però quella di creare una simil “Death Lineup” da schierare proprio nei momenti fatidici della partita, in cui gli Warriors diventano inarrestabili.
Forse D’Antoni ha capito proprio questo: nei minuti in cui gli Warriors scatenano la loro furia, qualsiasi tipo di difesa, di cui le varie contender possono disporre, è pressoché inutile, quindi perché non rispondere con un attacco altrettanto prolifico? Paul, Harden, Anderson, Ariza e Clint Capela rappresentano infatti un quintetto assai feroce in attacco, che potrebbe rispondere ai “parzialoni” di Golden State.
Inoltre Capela, giovane e ancora molto malleabile, è duttile e capace di poter reggere i Pick & Roll che potrebbero condurli a marcare gente dal calibro di Klay e Steph, ma non solo… uno come Beverley sarebbe stato utile, ma purtroppo la differenza fra Warriors e altri Team sta anche nel saper far rinunciare ai propri giocatori una fetta importante del proprio stipendio.
Ovviamente il quintetto sopracitato è insostenibile se non per piccoli stralci di partita. Sarà infatti probabile vedere spesso giocare Tucker al posto di Anderson (papabile sesto uomo del team), il quale potrebbe fungere da ago della bilancia per la propria squadra fra attacco e difesa. Inoltre è possibile che vedremo meno di quello che si possa pensare la coppia Harden-Paul in campo, la quale verrà utilizzata nei momenti clou della partita, e magari spezzata durante il corso di essa, per garantire continua qualità nei possessi e flusso di gioco.
BOSTON CELTICS
Facciamo ora capolinea nel Massachusetts. La squadra che più si avvicina ai GSW come gioco corale e “di flusso” è infatti quella dei Boston Celtics. Basti pensare all’aggiunta dell’All-Star Kyrie Irving, “low profile” e soprattutto capace di mostrare alcune delle sue incredibile qualità giocando con la squadra, senza dovere per forza incaponirsi in asfissianti 1 contro 1. Hayward è colui che più di George e Paul, sa unire fase difensiva a fase offensiva, senza fare troppa fatica.
Proprio per questo motivo l’assenza di Bradley sarà più nostalgica che effettiva, così come quella di Thomas. La recentissima e clamorosa Trade di Kyrie fa pensare ad una cosa sola: Danny Ainge ha piazzato sul tavolo l’All-In per poter da subito spodestare il Re e raggiungere le Finals, aggiungendo uno dei giocatori più clutch della lega, che mancava proprio a questi Celtics.
Thomas è sicuramente, dalla scorsa stagione uno dei migliori, ma ad altissimi livelli la sua grandezza era ancora tutta da testare. Se Kyrie dovesse migliorare in difesa e amalgamarsi in fretta allo spirito Celtics, renderebbe il suo asse con Hayward unico nella NBA, e si andrebbero ad unire con Horford, Brown e Morris, in un quintetto atletico e intercambiabile, in grado di poter respingere i blocchi, che tanto usano i GSW nei loro Pick & Roll. Insomma questi Celtics sono pronti a tentare il tutto per tutto pur di arrivare alle tanto agognate Finals e dare, più di tutti, dura battaglia ai ragazzi di Oakland.
MINNESOTA TIMBERWOLVES
Se il futuro dà una mano ai Celtics, c’è da dire che, allora, esso stesso si sia votato ai Minnesota Timberwolves, i quali hanno moltissimo tempo per migliorare, ma, dal canto loro, vorrebbero bruciare le tappe da una stagione ad un’altra, anche perché è ormai troppo che si parla di playoff a Minneapolis.
La sontuosa e scoppiettante estate dei ” Lupi” fa accedere di diritto la franchigia nel club delle contender, anche se il loro valore effettivo è tutto da appurare in campo, non solo sulla carta. I Wolves sarebbero una seria contender nel momento in cui i vari Wiggins, Towns e Butler dovessero fare il loro salto di qualità, sia singolarmente che come gruppo. Teague in cabina di regia è una certezza e c’è infatti da star sicuri riguardo l’amministrazione del gioco, che passa dalle sue mani. La difesa di questo nuovo Team è invece tutta da capire strada facendo, nel lungo ed impervio percorso della regular season, che conduce ai playoffs con infortuni assortiti.
Mentre Butler e Gibson, vuoi per intensità e atteggiamento, sono difensori di assoluto livello, per Teague, Wiggins e Towns, la strada è ancora lunga, a meno che Butler non riesca a diffondere la sua mistica aurea difensiva. Di certo questi giovani e vogliosi Timberwolves daranno filo da torcere agli Warriors, che restano avanti anni luce nel gioco e avanti anni per età.
I “Lupi” sono infatti la nuova Contender più innocua per il presente, ma forse indomabile per il futuro, anche perché KAT è destinato a migliorare e migliorare.
Per il resto ci penseranno LeBron e Curry a smentire tutto ciò di cui si è parlato, perché l’ultima parola, oggi, spetta comunque a loro!