Le circostanze, spesso misteriose, che hanno sempre avvolto Cleveland in una nube a dir poco oscura, non sono state mai così incerte, soprattutto dopo l’addio di “Robin” che si era stufato di “ubbidire” al Re “Batman“. Quando però le incertezze si fanno più evidenti, ecco che arrivano, per dare il loro sostegno, i pilastri di quella che sarà la prossima squadra dell’Ohio.
LeBron rimane sempre il pilastro di qualsiasi iniziativa prenda a far parte e quindi ecco che anche Rose è probabilmente destinato ad essere un giocatore chiave per i prossimi Cavaliers. Ciò proprio perchè LeBron, soprattutto dopo il mini-camp a Santa Barbara, ha visto in Rose, un giocatore nuovo e sicuramente in grado di aiutare esponenzialmente questi Cavs ha centrare l’obiettivo minimo della stagione 2017/2018: le Finals.
Inoltre LeBron si sta trasformando in un paladino, per far ottenere a Rose un degno contratto per la stagione 2018/2019, visto che, al momento, ha un contratto al minimo salariale di 2.1 milioni di dollari. Le domande che però sorgono spontanee non sono per nulla riguardanti il tema economico della questione, bensì quello sportivo e di squadra.
Più e più volte è stato infatti ribadito, anche con discreta certezza, il fatto che James sia già in partenza dal suo stato natìo per una destinazione a tutti noi – eccetto la famiglia James, anche se forse neanche loro sanno cosa farà il 23 – sconosciuta.
Ma se il Re è già con la valigia pronta, per quale motivo sta cercando di rendere Rose un punto fisso anche per le prossime stagioni dei Cleveland Cavaliers? Di certo non sta facendo da balia alla sua attuale franchigia, ma forse, tenendo bene in mente che da qui fino alla prossima estate si parlerà solo di supposizioni al condizionale, sta cercando di costruire un nucleo di giocatori, a lui graditi, con cui possa continuare a giocare almeno per un’altra stagione.
Ma, se da un lato tutto questo può essere interpretato come un segnale di amore rinnovato fra ‘Bron e Cleveland, dall’altro può condurre ad un altro argomento toccante per tutti i fan dei Cavs.
Il voler a tutti costi confermare un giocatore come Rose, che fra dubbi e incertezze nella passata stagione ha viaggiato a cifre di tutto rispetto (18 punti, 3.8 rimbalzi e 4.4 assist in 64 gare giocate a più di trenta minuti per partita), potrebbe voler dare alla situazione che concerne Isaiah Thomas molte sfumature di differenti significati.
Forse tutto ciò è stato architettato dall’ambiente di Cleveland per dare sicurezza ad un giocatore che fino a poco tempo fa sarebbe dovuto essere la riserva all’inizio di un Irving svogliato e ora di un Thomas per niente in salute che rischia di saltare quasi più di 30 partite; oppure semplicemente per il fatto che nella prossima Free Agency i GM dei Cavs non avranno per nulla intenzione di rifirmare il piccolo grande Thomas.
A Cleveland, quindi, le circostanze non sono affatto conluse, sia nel bene che nel male, e, da qui fino alla prossima estate, molti scenari saranno completamente diversi da come oggi li abbiamo davanti ai nostri occhi.