Le prime scelte del draft 2016 e 2017 si trovano nella stessa squadra pronte ad esordire nella prossima ed imminente stagione NBA: Fultz e Simmons infatti sono già carichi e non vedono l’ora di trascinare i Philadelphia 76ers ad una clamorosa qualificazione playoffs. Di paragoni se ne sono spesi tanti per entrambe e sia Fultz sia Simmons, sulla carta, promettono di diventare giocatori NBA da raccontare ai nipoti.
Prima del draft Markelle Fultz ha dichiarato di voler diventare rookie dell’anno ed MVP subito. Anche per questo i Sixers hanno dato la loro terza scelta e una futura ai Boston Celtics per averlo (per la gioia di Danny Ainge). In un anno pieno di talenti essere la prima scelta è un onore, ma anche un onere: playmaker puro, completo e soprattutto letale in attacco e difensore intelligente, il prodotto di Washington Huskies è destinato ad una stagione da protagonista. Pronto a mettersi al servizio del genio Embiid, vero ago della bilancia della stagione di Philly.
Ben Simmons, invece, dopo aver saltato la sua prima stagione per infortunio, ha lavorato per aumentare la massa muscolare e migliorare il tiro. E se i trainer di Philadelphia hanno svolto con lui lo stesso lavoro che hanno fatto con Embiid siamo sicuri che troveremo un giocatore subito pronto a dominare questa lega. Di lui si è parlato da subito come del primo LeBron James per caratteristiche, ma soprattutto per la tecnica di base ai limiti della perfezione.
Con Embiid, in condizione fisica ottimale, come punta di diamante di un quintetto sulla carta davvero molto intrigante, i Sixers puntano ad una stagione da piani alti della classifica terminando finalmente l’era del tank. I tifosi già sognano di avere una squadra in grado di poter ambire in 3 anni alle finali di Conference e forse questo non è un miraggio.
Ma quale sarà il ruolo di Fultz e Simmons? O meglio, chi ricordano?
Oltreoceano diversi addetti ai lavori sognano, immaginando che a Philadelphia si sia riunito un legame rotto questa estate e che dunque Fultz e Simmons possano essere insieme i nuovi Irving e James. Se ragionate avendo visto un po’ di NCAA è praticamente impossibile non essere d’accordo con questo paragone, almeno tecnico, perché per arrivare al livello dei due ex compagni ai Cavs passerà tanto tempo.
Detto questo immaginate se la sfrontatezza e il coraggio dei due giovani rookie potesse creare da subito un’intesa anche lontanamente vicina a quella che avevano Irving e James. Sarebbe il devasto totale.
Con questi paragoni e con Embiid, Saric, JJ Redick e dalla panchina Okafor e Covington: i Philadelphia 76ers fanno davvero paura?!