Fra i vari match di questa notte abbiamo assistito ad un derby losangelino, che da qualche anno viene ripetutamente vinto dalla squadra considerata “sbagliata” dagli spiaggianti californiani di Santa Monica Beach. Oltre ai vari duelli sul campo tra Lakers e Clippers, come Lopez vs Jordan e Griffin vs Ingram, ce n’è uno che, guardando la semplice partita è sfuggito agli occhi di molti: Patrick Beverley e Lavar Ball, non Lonzo Ball. Come al solito…
Sia nel prepartita che nei vari momenti di panchina, Lavar e Patrick si sono scambiati perfidi segnali di sfida, monomaniaci come le loro personalità, una più egocentrica dell’altra. Ed ecco che Beverley, sapendo di non poter certamente “trashtalkare” con il padre del nuovo arrivato, ha avuto la magnifica idea di fare pagare tutte le spropositate affermazioni di Lavar, al caro figliulo, il quale si è reso conto del motivo per cui nella scorsa stagione il “cagnaccio” sia stato collocato nel primo quintetto difensivo della intera NBA.
Un crossover e poco più, sono stati i danni inferti dalla seconda scelta assoluta del Draft alla maestosità difensiva di Beverley, che, con un fare ancora più concitato per i suoi caldi standard, ha annientato Lonzo a parole e sopratutto sul parquet dello Staples Center. Il plus/minus di Lonzo è stato infatti di -14, con 1/6 al tiro e 9 rimbalzi, contro un +20 di Beverley che come sempre si è dimostrato un fattore dominante dal punto di vista psichico. Il “trattamento” di Beverley è stato definito normale da Luke Walton, che con una testa molto calda ha già avuto a che fare nei dintorni di San Francisco.
“Quando si è circondati da tutta questa Hype, è normale che chi è venuto prima, ti riporti con i piedi per terra e ti faccia capire come si difende tra i professionisti.”
Alle molteplici derisioni durante la partita, nel finale di gara Lavar Ball ha risposto con un secco:
“Chi è Patrick Beverley?”
In realtà non c’è da stupirsi dato che il soggetto che “parla” ha anche detto che potrebbe battere MJ in uno contro uno, e che suo figlio è migliore di Curry. D’altronde il padre fondatore della Big Baller Brand ha un solo obiettivo: continuare a far parlare di sé fino a quando qualcuno, del calibro di Adam Silver, non interverrà al riguardo…