Il GM di OKC Sam Presti piazza l’ennesimo colpo del suo eccellente mercato: Carmelo Anthony è ufficialmente la nuova shooting-forward dei Thunder (clicca qui). Il dieci volte All-Star (oltre che miglior marcatore della storia del Team USA) potrà finalmente tentare la sua personale rincorsa al titolo NBA, chimera da sempre inseguita dalla ex stella dei New York Knicks. Russell Westbrook e il neo acquisto Paul George avranno così al loro fianco un campione di pari livello su cui contare, aprendo di fatto la sfida con i Golden State Warriors.
Oklahoma, con grandi probabilità, si aggiudica con questo acquisto il titolo di “dominatore del mercato” grazie all’accordo raggiunto con i Knicks per aggiudicarsi l’ex volto della franchigia newyorkese Carmelo Anthony. La cessione di Melo era da tempo pronosticata nell’ambiente NBA, riscontrando però molte difficoltà di carattere economico (il contratto di altri due anni a 54 millioni garantiti al giocatore, aveva fin’ora bloccato ogni possibilità di trade), trasformando così la situazione “franchigia-giocatore” in un autentico tormentone di mercato. Per sbloccare la difficile trattativa, Oklahoma e New York hanno dovuto infatti imbastire una maxi-trade che ha portato nella Grande Mela Enes Kanter, Doug McDermott e una scelta al secondo giro del Draft 2018 (scelta acquisita da OKC dai Chicago Bulls proprio nella trade che aveva portato McDermott tra le fila dei Thunder).
Il coach Billy Donovan potrà così contare su quella che sembra essere a tutti gli effetti una nuova “dinastia”, formando così sotto il suo comando dei nuovi “Big Three”. Il talento e l’efficacia del nuovo trio è tale da rendere possibile qualsiasi sogno di gloria della Chesapeake Energy Arena, pronto a supportare i propri campioni nella proibitiva sfida con i Golden State Warriors per la conquista del Larry O’Brein Trophy.
Per quanto complicata, la missione dei Thunder sembra comunque alla portata dei tre tenori, grazie alla comune filosofia di gioco condivisa con l’allenatore. Il rapporto tra Donovan e Westbrook non ha certo bisogno di ulteriori spiegazioni: l’MVP della scorsa stagione grazie ai consigli del proprio allenatore ha cambiato la propria visione di gioco, compiendo un evoluzione tale da trasformarlo in un giocatore dominante ed esplosivo in qualsiasi situazione di gioco.
Non è quindi un caso che il rinnovo dello stesso numero zero con la dirigenza di OKC appare come una semplice formalità. Con l’innesto di un potenziale MVP del calibro di Paul George (23.7 punti, 6.6 rimbalzi, 3.3 assist) e di un realizzatore purosangue come Carmelo Anthony (22.4 punti, 5.9 rimbalzi, 2.9 assist), coach Donovan trova così i migliori interpreti possibili per il suo gioco in transizione ad un alto ritmo di gioco, tattica potenzialmente letale date le spiccate qualità offensive dei nuovi “Big Three”.
Il destino di Carmelo Anthony trova così un’insperata conclusione positiva dopo l’ormai famosa vicenda (Rivers-Melo), che aveva determinato l’addio di CP3 alla causa dei Los Angels Clippers e la lunghissima diatriba con la dirigenza dei New York Knicks (situazione che, alla lunga, ha portato anche all’esonero di Phil Jackson).
Il compito dei Thunder, dopo l’enorme sforzo economico fatto sul mercato, sarà ora quello di coltivare un gruppo coeso ed affiatato, scommettendo così sui sogni di gloria delle proprie stelle. Da sottolineare che l’approdo di Melo ad Oklahoma City “costerà” ai Thunder ben 12.4 milioni di dollari di luxury tax, portando a 27.8 milioni di dollari la “multa salariale” che a fine stagione dovrà essere saldata dalla franchigia.