|
Brutta tegola per i Dallas Mavericks. Nella giornata di ieri Seth Curry ha riportato una frattura da stress nella sua tibia sinistra. Curioso come il fratello di Steph abbia subito lo stesso infortunio che lo ha riguardato nell’ultimo anno a Duke, in NCAA. In quel caso decise di concludere la stagione per poi operarsi in estate. Ad oggi le tempistiche di recupero ancora non sono state note, ma i Mavericks pensano che la sua assenza si possa prolungare per molto.
Per Seth lo scorso anno è stato quello della definitiva esplosione. Dopo aver girato quattro squadre in tre anni (Griezzlies, Cavaliers, Suns e Kings), Curry ha trovato la sua giusta dimensione in Texas, a Dallas. Partita dopo partita si è guadagnato minuti preziosi per ritagliarsi un ruolo piuttosto importante. In 70 partite, di cui 42 dall’inizio, il 27enne ha viaggiato a 12.8 punti, 2.7 assist e 2.6 rimbalzi di media ad allacciata di scarpe. La cosa più sorprendente è che Seth per una buona parte di stagione ha tirato meglio del fratello Steph dalla lunga distanza (42.3% a fine regular season).
La perdita di Curry per i Dallas Mavericks è un grande problema, non tanto numericamente ma per ciò che porta sul parquet: tanta energia, un vasto repertorio offensivo (tiro da tre punti, penetrazione e passaggio) ed una voglia di battersi su ogni pallone che è a dir poco notevole. Nel suo ruolo la squadra allenata da Rick Carlisle è molto profonda grazie a Wesley Matthews (guardia titolare), la promessa Dennis Smith Jr. scelto alla #9 del draft di quest’anno, Devin Harris, JJ Barea e Yogi Ferrell.
Il prossimo 18 ottobre i Dallas Mavericks debutteranno contro gli Atlanta Hawks. Seth Curry sicuramente non sarà nella partita, la squadra di Dirk Nowitzki avrà bisogno il prima possibile del suo apporto per tentare la scalata verso i playoffs.