Golden State Warriors

Talento e responsabilità: Klay Thompson non può sbagliare!

La recente defezione di Stephen Curry ha sottolineato ancora una volta le grandi responsabilità di Klay Thompson, leader silente di di Golden State

Simone Romani
17.04.2018 11:01

La trama di questi Playoffs si sta lentamente componendo e tra le infinite sorprese, piacevoli e non, sono arrivate puntualmente anche delle solide conferme. L'andamento che ogni franchigia ha mantenuto durante la stagione, non sempre rispecchia il cammino dei Playoffs. Nonostante il difficile impatto con la postseason, iI trend mostrato nelle prime partite dei PO spesso tende a caratterizzare l'intero andamento delle franchige. In alcuni casi, il livello di un giocatore può innalzarsi durante la postseason, dove pressione e voglia di vincere si mescolano diventando la bevanda energetica più prolifica.

Questo è il caso di Klay Thompson e dell'armata dei Golden State Warriors, pronti a rivalutare un finale di regular season alquanto deludente con una formidabile leadership tattica ed emotiva. Una risposta di carattere da parte dei Dubs, figlia della grande personalità dei propri campioni, fra cui spicca il tanto silenzioso quanto determinante apporto della shooting guard a disposizione di coach Steve Kerr.

Il giocatore in casacca numero #11 sta, per il momento, tappando efficacemente l'assenza di Stephen Curry. L'MVP unanime della lega, a detta di Kerr, non sente più dolore ma non per questa ragione tornerà presto in campo. Infatti non c'è ancora una data di ritorno, visto che i miglioramenti del numero 30 rimangono contenuti. Secondo alcuni potrebbe tornare a metà del secondo turno, ma lo staff dei Warriors non ha alcuna intenzione di rischiarlo prima che sia al 100%.

Del resto, con un Thompson in forma, GSW può resistere anche senza Curry (ancora in attesa di una risposta positiva dallo staff medico dei Dubs, come confermato recentemente dalle parole di coach Kerr) ma la shooting-guard californiana non può certo permettersi partite anonime da 12 punti con 4/16 dal campo, come accaduto in gara 4 a San Antonio. Sarà necessario ritrovare subito lo smalto di gara 1 e gara2 per chuidere velocemente il 1° turno dei PO e soprattutto, per mandare un chiaro segnale di leadership all'intero panorama NBA. 

In queste partite, Klay Thompson si è preso la squadra sulle spalle, ed ha fatto registrare numeri pari a 27 punti, 2 assist, 2 rimbalzi ed 1 rubata tirando con l'83,3% da tre punti, nella prima partita, e 31 punti e 5 assist con il 62.5%, nella seconda, che non solo confermano il suo potenziale balistico, ma che evidenziano ancora la sua efficacissima e pulitissima meccanica di tiro.

Una piacevole sopresa? Non del tutto. Infatti analizzando attentamente quelli che sono i numeri che caratterizzano le due parti del gioco, si può capire come Klay Thompson nei playoffs, ma non solo, sia il giocatore più ostico e completo da affrontare. il suo essere pragmatico Nella fase offensiva, dove la sua fluidità di tiro si tramuta in un 57,7% di triple segnate, trasmette sicurezza all'intera squadra, che vede in lui la figura di un leader silenzioso, oltre che di un tremendo cecchino. La sua presenza in campo nei quarti decisivi, si tramuta effettivamente in un Plus-Minus di +32, che rappresenta il reale significato del suo valore. 

Non da meno, quando si trova nella fase difensiva del gioco, le sue capacità di grandissimo marcatore, rendono difficile la vita di qualsiasi attaccante. I cambi a velocità supersonica che i Golden State Warriors usano in fase passiva, sembrano calzare a pennello sulla figura di Klay Thompson, che in marcatura risulta attento e solido. Gli avversari si trovano come intrappolati nella sua asfissiante pressione, e molte volte sono indotti all'errore, oppure ad una conclusione affrettata, che rappresenta la chiave di volta delle vittorie della franchigia Californiana.

Proprio questo essere completo, ha garantito prestazioni che saranno per sempre incise nella mente di tutti gli amanti del basket. La sua difesa contro i Cleveland Cavaliers dello scorso anno, nella più ridondande sconfitta nella storia delle NBA Finals, e la sua prestazione da 41 punti, con 11 triple a segno, contro gli Oklahoma City Thunder di Westbrook e Durant del 2016 sono un monito di chi e cosa sia realmente questo giocatore.

Thompson ha fatto vedere a tutti di che pasta è fatto, mostrando come si può incidere su entrambi i lati del campo. Lo ha fatto sempre nel modo più silenzioso possibile. Ma a volte non è possibile placare una voce così bella e cristallina. Il suo talento è puro quanto raro, e con tutti i pronostici del caso, non ha ancora finito di stupirci.

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