Dopo anni delusioni, tanking e inforuni vari, finalmente i Philadelphia 76ers possono vedere il risultato di anni di sacrifici. Finalmente una squadra dalle grandi aspettative, con due prime scelte come Ben Simmons e Markelle Fultz nel roster. Ma le sorti della squadra della Pennsylvania dipendono da una terza scelta, chiamata alla stagione della consacrazione: Joel Embiid.
Il camerunense ha come grande problema la tenuta fisica: gli infortuni infatti, ne hanno limitato la carriera. Eppure, nelle sue 31 apparizioni in 3 anni di NBA, il 23enne ha fatto registrare in media 20.2 punti, 7.8 rimbalzi, 2.1 assisti e 2.5 stoppate in 25.4 minuti per partita. Ecco spiegato il prolungamento contrattuale al massimo salariale. (clicca qui).
Joel è un giocatore fenomenale, è un attaccante mostruoso, non solo sotto canestro o in post, ma anche dall’arco: per essere alto 213 cm, tirare con il 36.6% da tre (36 su 98) è un dato importante. Inoltre è anche un grande difensore: quando ha avuto la possibilità, ha dimostrato di essere letale su entrambi i lati del campo. Ma il problema continua ad essere il fisico. Ha perso le prime due stagioni per un infortunio al piede, e la scorsa stagione ha saltato gran parte della regular season per l’operazione al menisco.
I 76ers lo hanno fatto tornare durante le ultime due partite della preseason: contro i Brooklyn Nets ha messo a referto 22 punti, con 4/9 dal campo e 14/18 ai liberi dalla linea libera di tiro. In più, 7 rimbalzi, 3 assist e una stoppata in soli 15 minuti. Ma coach Brown e lo staff saranno prudenti con il lungo africano: infatti, almeno per questo inizio di stagione, il numero di minuti in campo di Embiid sarà ridotto, sarà “come l’età di un adolescente”, ha detto il coach. Ma il giocatore non sembra molto convinto, anzi, si ritiene “deluso”, poichè dice di sentirsi molto bene, e sarebbe in grado di giocare anche 30 minuti.
Ma Philly non può permettersi di giocare troppo con la salute del suo Big Man: troppo importante ai fini della squadra. Suvvia Joel, Trust The Process!