Milwaukee Bucks

Milwaukee cambia volto grazie a Mike Budenholzer!

La firma dell’ex head coach degli Hawks sembra poter rivoluzionare l’approccio sul parquet di Giannis Antetokounmpo e compagni.

Antonello Brindisi
18.05.2018 20:51

Dall’esperienza collegiale sulla panchina di Pomona State intrapresa nel lontano 1993 al recente accordo raggiunto con la franchigia del Wisconsin, coach Mike Budenholzer ha costruito i successi della propria carriera davanti ad un solo credo, portare avanti quella filosofia di gioco collettivo tramandata negli anni da Gregg Popovich. Legati da un particolare rapporto tra maestro ed allievo, i due luminari sono infatti legati da un comune obbiettivo: elevare le qualità del singolo campione grazie ad un efficiente equilibrio del proprio starting-five. Naturalmente, il principale destinatario di questa concezione tattica è Giannis Antetokounmpo, uomo-franchigia dei cervi protagonista di un incredibile onnipresenza sul parquet, chiamato ora a svolgere un inconsueto determinismo tattico negli schemi del nuovo head coach.

Milwaukee compie dunque il passo definitvio verso quel processo di normalizzazione cestistica intrapresa nel corso della regular season 2017/18 grazie all’avvicendamento in panchina intercorso tra Jason Kidd e Joe Prunty. L’estrema flessibilità tattica impostata dall’ex fuoriclasse dei Nets aveva destabilizzato la crescita del giovane roster dei Bucks, perso in una fitta nube di totalitarismo cestistico. L’arrivo di Prunty aveva reintrodotto una cultura cestistica tradizionale, donando un’identità ben delineata ai vari Khris Middleton, Jabari Parker e Tony Snell, pronti ad elevare il proprio rendimento davanti ad un compito settoriale.

Un unico nome, tra tutti i componenti del roster di Milwaukee, è stato escluso da questo processo di transizione, Giannis Antetokounmpo. Davanti ad una crescita tanto repentina quanto costante, entrambi i tecnici statunitensi hanno concesso a The Greek Freak (26.9 ppg, 10.0 rpg, 4.8 apg, 1.4 bpg e 1.5 spg i numeri collezionati dal giocatore al termine della stagione), la libertà d’azione necessaria ad utilizzare al meglio lo strapotere fisico ai propria disposizione. Nonostante le difficoltà patite nel corso della regular season (44-38, 8° posto della Estern Conference), questi giovani Bucks, guidati dall’estro della propria All-Star (25.7 ppg, 9.6 rpg, 6. apg, 0.9 bpg e 1.4 stpg nelle 7 partite disputate nei Playoffs) hanno dimostrato un potenziale di sicuro impatto nel futuro della lega.

Il principale compito di coach Mike Budenholzer sarà dunque una completa restaurazione di quella filosofia di gioco costantemente rafforzata ed adeguata all’evoluzione tattica della NBA. Quella cultura appresa ad immagine e somiglianza del proprio mentore, coach Gregg Popovich, sulla panchina di San Atonio e successivamente traslata e resa propria negli anni trascorsi a capo degli Atlanta Hawks (dal 2013/14 al 2017/18). Una filosofia di pensiero che pone le basi nella spasmodica ricerca, tramite un’ esasperata circolazione della palla, della conclusione più congeniale alla propria azione offensiva. Un utilizzo del pick n’roll classico, utile a garantire lo spazio necessario alla realizzazione del backcourt nel mid-range e ad una costante presenza del pivot-bloccante nel pitturato.

Coach Bud non si è limitato a produrre un’efficiente copia del sistema adottato da Popovich, lo ha personificato sulla base del proprio credo di gioco, aprendo i propri schemi alla preponderante modernizzazione della NBA. Una tendenza riscontrata perfettamente nel vasto utilizzo del tiro dal perimetro e di uno starting-five spiccatamente small-ball. L’esempio lampante di questo gioco sono ancora una volta, gli Atlanta Hawks della stagione 2014/15. Appare subito evidente la forte similitudine che intercorre tra quell’ambizioso quintetto e gli attuali titolari dei Bukcs. Il confronto tra l’attitudine in cabina di regia di Eric Bledsoe e Jeff Teague è naturale così come il comune istinto dall’arco dei 3 punti condiviso da Kyle Korver e Khris Middleton.

Jabari Parker offre un atletismo ed un bagaglio tecnico di certo superiore alla miglior versione di Demarre Carroll e le forze in uscita dalla panchina garantite ad Atlanta dalla presenza di Dennis Schroder e Thabo Sefolosha possono essere equiparate all’apporto di Malcom Brogdon e Thon Maker. Manca un profilo simile a Paul Millsap ma l’esperienza del tecnico statunitense potrebbe incidere sulla crescita di Tony Snell come mostrato precedentemente dall’attuale giocatore dei Nuggets.

Giannis Antetokounmpo andrebbe dunque svolgere quel ruolo di pivot moderno precedentemente tracciato da Al Horford in Georgia, sotto la guida di Mike Budenholzer. Una marcata disciplina tattica che andrebbe a razionalizzare le prestazioni del fuoriclasse ellenico, creando così un vero connubio con i propri compagni di squadra. Il gioco a 360° imposto sino ad oggi sul parquet dei Bucks ha oltremodo responsabilizzato le prestazioni di The Greek Freak, spesso legato in prima persona al successo della propria squadra. Una tendenza che costringe il numero trentaquattro di Milwaukee ad interpretare il ruolo di primo violino della squadra per lunghi tratti della partita. Una vera e propria lama a doppio taglio, pronta a far pagare il caro prezzo di un eccessivo protagonismo nel corso della sfida all’ astro del BMO Harris Bradley Center.

Mike Budnhelozer , legatosi alla franchigia del Wisconsin con un contratto di 4 anni, è pronto ad introdurre un gioco collettivo che sia abituato a trarre dall’intensità difensiva, la forza e il ritmo da imprimere nella propria fase offensiva. Sotto questo punto di vista, sarà interessante analizzare la risposta offerta da Eric Bledsoe, un giocatore determinante nel ritmo imposto in attacco ma spesso tendente ad uno scarso coinvolgimento nella fase di contenimento.

The Greek Freak andrebbe quindi a rappresentare la prima opzione della manovra dei Bucks tanto in attacco quanto in difesa, integrandosi al contempo in un sistema di gioco improntato sulla ricerca della migliore soluzione a canestro. Una rivoluzione copernicana, dove Milwaukee pone al centro della propria visone la migliore soluzione per concretizzare il proprio gioco piuttosto che offrire il miglior supporto alla prestazione offerta da Giannis Antetokounmpo. I presupposti per il futuro di Milwaukee appaiono più che rosei, soprattutto se sommiamo a questo discorso tattico, le prime parole espresse dal giocatore ellenico nei confronti del nuovo head coach:

“Mike Budneholzer è un grande allenatore, nutro una grande stima nei suoi confronti e penso di poter imparare molto da un profilo della sua esperienza. Possiede una visione unica della pallacanestro, ho gia parlato con lui naturalmente. Gli go subito chiesto quale fosse la sua idea sul mio ruolo e mi ha detto chiaramente cosa pensa di me e che genere di lavoro vuole assegnarmi. Mi ha spiegato la sua visione di gioco guardando tutto dalla mia prospettiva. Sarà divertente! Ho molte cose da imparare, gran parte delle tattiche non mi sono ancora chiare ma ho molta fiducia nelle sue capacità”.

“Non sono il tipo di giocatore che detta i presupposti del proprio compito sul parquet, non è il mio ruolo. Sono le persone che lavorano con me sul mio allenamento quotidiano a decidere dove devo migliorare e cosa devo fare sul parquet. Sento che questa è la strada giusta!”

Constatato il pieno supporto garantito da Giannis Antetokounmpo, la rivoluzione culturale intrapresa da coach Mike Budenholzer può dunque porre le proprie radici nella storia moderna dei Bucks.

Commenti

Quale sarà il futuro di Paul George?
DeMarcus Cousins: un futuro scandito dai social network!