NCAA & Draft

Il Mock Draft di GazzettaNBA (prima parte): chi sceglie chi?

Ecco il pronostico delle prime cinque chiamate assolute in attesa di scoprire il verdetto odierno della Lottery Draft!

Guido Boldoni
15.05.2018 17:26

L'avvento della Lottery Draft 2018, come ormai ben impresso nella cultura sportiva statunitense, ha letteralmente monopolizzato l'attenzione dei General Manager della NBA, subito pronti ad osservare sotto una stretta vigilanza i talenti più discussi del prossimo Draft. Come previsto, lo storico torneo della NCAA si è distino subito per la grande imprevedibilità del proprio corso, fattore certo implementato dalla pirotecnica struttura ad eliminazione diretta. La marcata incertezza del risultato finale ha spesso riscritto la top10 dei migliori rookie presenti al Draft, ma il grande talento offerto quest'anno dalla classe esordiente del 2018, sembra aver drasticamente influenzato i piani delle 30 franchigie NBA.

Le tante realtà coinvolte in un pieno processo di rebuilding hanno già manifestato un nutrito interesse verso l'annuale Draft, manifestando un evidente propensione al'utilizzo del tanking nel finale di stagione (tra i tanti casi presenti in questa regular season, spicca l'esplicita volontà espressa da Mark Cuban). Una peculiarità che certo non attrae le simpatie del Commissioner NBA Adam Silver ma che, proprio a seguito della nutrita adesione (oltre ai Dallas Mavericks possiamo nominare senza alcun dubbio gli Atlanta Hawks, i Chicago Bulls, gli Orlando Magic, i Sacramento Kings, i Phoenix Suns e i Memphis Grizzlies) rappresenta la prova inconfutabile del talento a disposizione quest'estate.

Tutte le possibili scelte della top10 sembrano infatti poter fornire una proficua certezza per il futuro delle franchigie in ricostruzione, alimentando così la frenetica corsa alle prime tre posizioni della Lottery Draft da parte delle tante realtà interessate. Appare dunque fondamentale trovare il tassello mancante al perfezionamento del proprio starting five, cercando quindi nei tanti rookie a disposizione, il profilo cestistico complementare alle proprie esigenze sul parquet.

Conservando una linea di continuità con il precedente Draft (le prime cinque scelte del 2017 sono state utilizzate per altrettanti frashman), anche quest'anno sembra che il dominio degli agguerriti frashman (ovvero le matricole al primo anno di studi nei college statunitensi) possa estendersi nella quasi totalità del Mock Draft 2018.

Ecco la prima parte, con le prime 5 scelte assolute, del personale Mock Draft stilato dalla redazione di GazzettaNBA:

1° scelta: Phoenix Suns - DeAndre Ayton

Senza ombra di dubbio il profilo cestistico più ricercato dai G.M. NBA. Stella indiscussa degli Arizona Wildcats (squadra clamorosamente fuori al primo turno della March Madness dopo aver dominato la Pacific Conference con il record  di 14-4), Ayton potrebbe proseguire la propria permanenza in Arizona grazie alla chiamata dei Suns.

Lo straripante talento del natio delle Bahamas (20.1 ppg, 11.6 rpg, 1.6 apg e 1.9 bpg in 33.5 minuti sul parquet) andrebbe infatti a completare il tanto giovane quanto promettente starting-five dei Suns. Con un fisico da 2.16 cm per 110 kg, il promettente diciannovenne potrebbe colmare le lacune di Phoneix nel frontcourt titolare, consegnando una valida opzione nel pitturato alla propria squadra e soprattutto una valida opzione difensiva nella protezione del proprio canestro. Caratteristica spesso trascurata in questa stagione dalla franchigia dell'Arizona.

Andando ad occupare stabilmente il ruolo di pivot, Ayton potrebbe formare uno straordinario terzetto dalla grandi potenzialità con Devin Booker e Josh Jackson, a cui va sommata la presenza di T.J. Warren e Tyler Ulis. La presenza di un centro d'esperienza come Tyson Chandler potrebbe inoltre garantire un adeguato Cicerone per la crescita fisica e mentale del tanto discusso frashman dei Wildcats.

2° scelta: Memphis Grizzlies - Marvin Bagley III

Nel caos più totale che sembra aver invaso la franchigia che poggia le proprie radici sulle rive del Mississipi, un caldo bagliore di speranza sembra essere rappresentato dal Draft 2018. L'ala grande dei Blue Devils potrebbe essere la giusta soluzione per iniziare nel miglior modo possibile la rebuilding dei Memphis Grizzlies. Molto dipenderà dalla scelta di Marc Gasol ma il conclamato valore tecnico di Marvin Bagley III, sembra rappresentare la migliore garanzia su cui ricostruire le ambizioni di una franchigia ormai persa nella propria crisi d’identità. Le qualità atletiche e realizzative del talento da Duke University (21.1 ppg, 11.3 rpg, 1.5 apg, 1.0 bpg e 0.9 spg in 33.3 minuti sul parquet), sembrano poter rappresentare la migliore opzione in una squadra che l’anno prossimo dovrà necessariamente trovare una filosofia di gioco ben delineata.

Di certo, la sapiente guida di Coach K sembra poter offrire in Marvin Bagley III il giocatore più completo per un proficuo esordio in NBA. La duttilità espressa sin'ora dal frashman di Duke potrebbe così trovare un prezioso alleato in Mike Conley, ad oggi l’unico baluardo certo di un progetto tecnico in pieno divenire, ricreando di conseguenza una filosofia di gioco molto simile al tanto compianto Grit n' Grind del FedEx Forum.

 

3° scelta: Dallas Mavericks - Luka Doncic

Insieme a DeAndre Ayton, il talento sloveno del Real Madrid sembra rappresentare il secondo sogno nel cassetto di molti G.M. NBA. Dopo aver conquistato uno storico europeo quest'estate da assoluto protagonista, Doncic si è presto ripetuto in Euroleague con il club madridista (15.4 ppg, 5.3 rpg, 4.5 apg e 1.0 stpg in 24.6 minuti sul parquet), incantando gli osservatori statunitensi con delle giocate di talento assoluto e decisioni da giocatore affermato nei momenti chiave delle partite.

I Dallas Mavericks sembrano poter rappresentare la terra promessa per il talento del giovane europeo. L'accoglienza nella terre texane sarebbe quelle riserbata ad una superstar e l'interessante connubio che potrebbe venirsi a creare tra Doncic e Dennis Smith Jr., potrebbe finalmente risollevare l'orgoglio latente dell'American Airlines Center. Non bisogna dimenticare inoltre la presenza di Harrison Barnes e il rientro di Seth Curry. Due elementi di indubbia qualità che potrebbero quindi favorire il ritmo di gioco imposto dal giovane talento sloveno.

L'attuale posizione in classifica dei Mavericks inoltre, andrebbe ad annullare i dubbi tecnici legati alla poca esperienza di Luka Donic con il basket d'oltreoceano, immettendo il promettente playmaker in una macchina pronta a viaggiare sulle ali dell'entusiasmo dei propri giovani. L'arrivo del diciannovenne madridista potrebbe inoltre premiare la preponderante fisicità del forntcourt di Dallas, pronto a concretizzare l’estro cestistico di un backcourt colmo di talento e personalità.

4° scelta: Atlanta Hawks - Jaren Jackson Jr.

Considerando il futuro incerto attorno alla guida tecnica degli Hawks ed il successivo malumore espresso da Dennis Schroder (pronto ad accogliere un eventuale trasferimento verso delle raltà in pieno divenire come gli Indiana Pacers e i Milwaukee Bucks), la franchigia della Georgia potrebbe scegliere di completare il proprio asset di gioco chiamando un profilo cestistico che risulti complementare al ruolo ricoperto da John Collins, (attuale astro nascente della Philips Arena) e Taurean Prince.

Sotto questo punto di vista il frashman da Michigan State, Jaren Jackson Jr. (11.2 ppg, 5.7 rpg, 1.0 apg e 3.1 bpg in 22 minuti di media sul parquet) sembra poter rappresentare la miglior opzione possibile per il futuro di Atlanta. Dotato di una grande prestanza fisica (211 cm per 110 kg), il diciottenne americano può rappresentare il vero ponte di transizione tra il vecchio e il nuovo progetto degli Hawks.

Con un John Collins ancora da svezzare e in totale assenza di un centro puro, Jaren Jackson potrebbe essere l’uomo giusto al posto giusto e rappresentare l’ennesimo tassello di una ricostruzione all’insegna dell’ atletismo, del ritmo partita e dell’esplosività. Qualcuno giustamente vede in lui un’ ala grande ma per caratteristiche, sembra piuttosto difficile immaginarlo in questo ruolo in una squadra che deve ancora porre le basi per una concreta rinascita. Ad Atlanta il giocatore sfrutterebbe le ambizioni limitate della franchigia per migliorare le letture offensive e l’abilità a rimbalzo, così da completare il proprio repertorio.

5° scelta: Orlando Magics - Michael Porter Jr.

Anche Orlando sembra ormai destinata a trovare finalmente un'identità di gioco dopo tutti questi anni passati ad aprire e chiudere dei progetti di transizione con delle scelte manageriali spesso rivedibili (la gestione del caso Oladipo ne è il chiaro esempio) Inutile dire che nella Città della Disney aspettano con trepidazione le mosse di Aaron Gordon ,che nei mesi scorsi è sembrato lontano dalla Florida. Molto dipenderà dalla sua scelta e soprattutto, dalla capacità di mbastire finalmente un roster quadrato con una forte identità di gioco. Gli errori fatti nel corso delle ultime Free Agency hanno prodotto diverse stagioni fallimentari e con l’addio di coach Vogel, le intenzioni sono quelle di ripartire da zero e trovare finalmente un leader attorno a cui costruire il proprio starting five.

Un identikit che porta senza alcun indugio al nome di Michael Porter Jr. (10.0 ppg, 6.7 rpg, 0.3 apg e 1.0 spg in 17.7 minuti sul parquet). Il frashman dei Missouri Tigers possiede infatti le giuste caratteristiche per sposarsi positivamente con il giovane collettivo dei Magic, offrendo contemporaneamente un'eccellente dinamicità in fase di contenimento e una notevole propensione alle realizzazioni tanto nel pitturato quanto dalla linea dei 3 punti.

Considerata la sicura permanenza di Jonathan Isaac, Nikola Vucevic e Jonathon Simmons, Michael Porter Jr. potrebbe trovare dunque lo starting five perfetto dove poter mettere in mostra il suo grande atletismo e l’altrettanto affinato killer instinct, offrendo un affidabile punto di riferimento per il pick n’ roll con Vucevic ed offrendo contemporaneamente l’indispensabile continuità alle sorite offensive di Simmons ed Isaac.

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