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THE FINALS E’ repHeat, secondo titolo consecutivo per Miami

THE FINALS E’ repHeat, secondo titolo consecutivo per Miami

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RepHEAT. Giocano sul nome di Miami e sul verbo “ripetere” gli americani, per descrivere il trionfo della squadra guidata da Lebron James, the Chosen One. Il numero sei conduce i suoi al trionfo, chiudendo gara -7 con 37 punti e 12 rimbalzi, assicurandosi anche il premio di Mvp delle finali Nba. Decisivo anche il contributo di Wade, che con 23 punti è il secondo topscorer dei suoi. A San Antonio non basta la prova solita di Tim Duncan, 24 punti, e l’ormai sempre più sorprendente Leonard, che mette a referto 19 punti e 16 rimbalzi. Si chiude così con il secondo titolo consecutivo per Miami, una delle serie finali più belle ed equilibrate degli ultimi anni, col successo 95-88 dei campioni in carica.

Nei primissimi minuti di gioco l’importanza della gara si fa sentire, e gli attacchi sono freddissimi. Si stenta a segnare, finche gli Spurs non riescono ad accelerare portandosi ad un massimo vantaggio di 7 lunghezze (4-11) . A differenza di quanto successo nei primi tempi di gara -5 e gara -6, Miami non lascia scappare gli avversari e cerca di agganciare subito i rivali. Due triple di Battier, inframezzate da un tap-in di Andersen, firmano il pari prima ed il sorpasso poi sul 18-15. In seguito un libero di Leonard fissa il 18-16 di fine primo quarto. I secondi 12 minuti si aprono con un’altra tripla di Shane Battier, e con i padroni di casa che sembrano avere in mano la gara; gli Heat tuttavia non riescono mai a piazzare un parziale degno di nota. Ogni volta che potrebbero allungare,i ragazzi allenati da Spoelstra perdono l’occasione, anche per le pessime percentuali al tiro di giocatori come Allen, Miller e Bosh, che chiuderanno il match con uno zero nella casella dei punti segnati; gli Spurs restano così a contatto, e si va al riposo sul 46-44, e l’equilibrio regna ancora sovrano.

Al ritorno in campo, nessuna delle due compagini è in grado di prendere un vantaggio che vada oltre i 2 punti. A 4′ dalla fine del terzo periodo James regala il +5, massimo vantaggio Miami, ma Leonard accorcia subito con un canestro più fallo subito. Inizia un botta e risposta tra le due squadre, che ora segnano con buona regolarità. Ad 1,30 allo scadere siamo 69-69, ma una penetrazione di Ginobili prima, ed una fortunosa tripla al tabellone di Chalmers sulla sirena fissano il 72-71 a 12 minuti dal termine.

Nell’ultimo quarto James e Wade danno un minimo di margine agli Heat (77-73), che difendono alla morte. Siamo 81-75 a -7’, quando Ginobili che perde due palloni in maniera molto banale. L’argentino però ha personalità da vendere e con una bomba da 3 riporta sotto San Antonio sotto di 3 quando mancano 4 giri d’orologio. Green, disastroso al tiro da tre al contrario di gara-4 e gara -5, fallisce la tripla del pari dopo una palla recuperata; nell’altra metà campo Battier trova il suo 6° centro dalla lunga distanza (88-82). Gli Spurs sono però duri a morire e grazie a Duncan e Leonard si rifanno sotto. Miami conduce di 2 a  1’39 dalla sirena. Chalmers sbaglia due liberi su due, ma Leonard prima e Duncan poi sbagliano due tiri cruciali. Con 30 secondi ancora da giocare, il pallone più importante della stagione viene affidato a Lebron James. The Chosen One prende il tiro in sospensione, solo rete e +4 per gli Heat. LeBron però non si accontante e va anche a rubare il pallone sulla penetrazione di Ginobili. E’ una palla persa che chiude la questione e che manda King James in lunetta. Il solito rituale dei  liberi fissa il punteggio sull’95-88.

Cala così il sipario su una serie meravigliosa, giocata alla grande da entrambe le squadre. Onore agli Heat e a James che conquista il secondo anello consecutivo dopo anni di delusioni, ma molti complimenti anche ai San Antonio Spurs di Gregg Popovich, Manu Ginobili e soprattutto Tim Duncan, che potrebbero chiudere con questa finale persa una storia ultradecennale legata alla franchigia texana.

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