Google+ I SIGNORI DELLA NBA : Dirk Nowitzki
I SIGNORI DELLA NBA: Dirk Nowitzki

I SIGNORI DELLA NBA: Dirk Nowitzki

Wunder Dirk, German Wunder Kind,  per chi non fosse appassionato di soprannomi, Dirk Nowitzki. Primo europeo dopo Tony Parker a vincere il titolo MVP nelle Finals (2011), argento ad Euro 2005, bronzo al mondiale 2002 di cui è stato anche MVP, ma soprattutto campione NBA con i Mavericks nella serie contro Miami nella stagione 2010-2011.

Se non bastassero questi dati ad evidenziare lo straordinario talento del tedesco, ci sono anche le 11 presenze all’ All Star Game NBA, gli oltre 25000 punti in carriera ed il record di presenze con i Mavericks. Un bottino davvero ampio per un campione indiscutibile.

E pensare che tutto questo poteva non accadere…

Dirk è nato a Wurzburg, una località dell’alta Baviera. Il padre è un giocatore di pallamano,  la madre giocatrice di basket. Dopo aver praticato il tennis e la pallamano, Nowitzki si dedica finalmente al basket all’età di 15 anni, convinto dalla sua già sviluppata altezza. La squadra giovanile locale, letteralmente i raggi X di Wurzburgin onore della scoperta avvenuta in quella cittadina, gli concede un posto nella rosa, sebbene sia un giocatore acerbo, dalle potenzialità inespresse.

Alto già 2,07 il biondissimo Nowitzki sta giocando una partita giovanile che sarebbe risultata insignificante nella storia del basket, senonché il match va ai supplementari. Nel frattempo arrivano i giocatori più grandi, impegnati nell’incontro in programma subito dopo. Considerando il prolungamento, quest’ultimi decidono di rimanere a vedere uno spezzone di gara, ed è qui che quella partita insignificante acquisirà un’importanza inimmaginabile.

Tra coloro che si sono fermati in tribuna c’è l’ex nazionale tedesco Holger Geschwinder, che nota Dirk e si propone come allenatore personale del giovane, promettendogli di farlo diventare una macchina da punti.

La famiglia è d’accordo, e nasce così il mix esplosivo. L’ex campione diventa anche una sorta di mentore, aiutando il giovane talento a sviluppare il carattere, attraverso le letture e la musica. Quello che più stupisce sono però gli allenamenti: Geschwinder utilizza metodi non convenzionali, facendolo lavorare con la scherma, con tiri completamente fuori equilibrio, in posizioni particolari come spaccate o appoggi su un’unica gamba. Non si sa bene su cosa lavori, ma pian piano il tedesco diventa sempre più immarcabile, riuscendo a realizzare canestri anche nelle situazioni più complicate.

Dirk è fortissimo, ma non basta. Il suo mentore lo mette davanti ad una scelta: “Puoi essere l’eroe nazionale e rimanere qua in Germania, oppure sfidare i migliori del mondo, in NBA. Se scegli la prima opzione possiamo chiudere il nostro rapporto, nel secondo caso dobbiamo passare dai 3 giorni a settimana ad un allenamento al giorno.”

Dirk pensa un paio di giorni, e decide. La sfida NBA inzia così. Scelto da Milwaukee, viene subito scambiato con Dallas, dove non può prendere la 14 in onore di Barkley perchè occupata. Inverte i due numeri e sceglie la 41, il numero col quale scriverà la storia della franchigia texana.