Soltanto 24 ore fa è arrivata l’ennesima notizia bomba di quest’estate rovente, che ha spostato anche Carmelo Anthony in direzione Oklahoma City. Come è stato chiaro a tutti fin da subito, lo scambio ha avvantaggiato i Thunder, ma fermarsi a questa prima analisi potrebbe essere un errore. Andiamo infatti ad analizzare insieme quali sono le reali possibilità di OKC di vincere l’anello e soprattutto se fosse necessaria questa trade.
Il GM Sam Presti ha portato Carmelo alla corte di Donovan facendo una sorta di All-In: vincere subito con il roster allestito in questa sessione di mercato. Non bisogna dimenticare infatti, che nella prossima estate tutte e tre le stelle di OKC (Westbrook, George ed Anthony) avranno a disposizione una player option con cui potersi svincolare per la Free Agency del 2018. Ed è chiaro che, se la squadra non dovesse dare i risultati sperati già da subito, George e Anthony non avrebbero molti incentivi a rimanere. Bisogna quindi capire se la squadra allestita quest’estate sia realmente in grado di opporsi al dominio dei Golden State Warriors.
Certo, uno starting five composto da Russell Westbrook, André Roberson, Carmelo Anthony, Paul George e Steven Adams è piuttosto completo e non ha nulla da invidiare a nessuno, ma se si considera il valore in uscita dalla panchina la risposta non appare poi così scontata.
I profili degni di nota sono principalmente due, Patrick Patterson (che ha dimostrato ottima versatilità a Toronto) e Alex Abrines (il quale ha fatto vedere cose interessanti ad Eurobasket). Per quanto riguarda gli altri, è difficile che Singler, Felton, Collison, Grant siano in grado di dare l’apporto necessario in uscita dalla panchina: fattore certamente da non sottovalutare come ci insegnano i recenti successi degli Warriors. Così come Isaiah Canaan, che è stato prelevato proprio nelle ultime ore con un contratto di un anno non garantito (lo scorso anno era tra le fila dei Chicago Bulls).
Infatti, i vari West, Livingston, Iguodala, McGee, Young sono giocatori di un’altra caratura rispetto ai nomi fatti in precedenza e sembrano di gran lunga superiori. Quindi la prima domanda che sorge spontanea è: Presti ha fatto bene a rinforzare così tanto il quintetto, rischiando anche che le tre stelle si pestino i piedi a vicenda, oppure avrebbe potuto equilibrare la squadra con qualche nome per la panchina?
Inoltre, bisogna fare un’ultima valutazione: era necessario rischiare tutto come ha fatto la dirigenza di OKC, considerando che tra un anno potrebbero ripartire senza un titolo e con una squadra decimata? Golden State di questi tempi sembra di un altro livello rispetto alle concorrenti, motivo per cui il grande “sacrificio economico” dei Thunder potrebbe risultare vano. La strategia di molte altre squadre infatti, è stata quella di attuare un rebuilding senza affrettare la situazione, visto che al momento gli Warriors non hanno mostrato punti deboli e quest’anno, potrebbero essere persino più forti.
Adesso la palla passa a Donovan, che dovrà amalgamare i talenti a disposizione e cercare qualche giocatore affidabile fra le secondo linee. Inoltre il GM Sam Presti, sapendo di dover pagare una luxury tax già piuttosto alta, dovrà comunque consegnare qualche altro colpo a basso costo all’allenatore per avere una squadra il più competitiva possibile.