Avere contro pronostici e previsioni è il sogno di ogni allenatore e di ogni giocatore, perchè vincere sorprendendo è più facile che farlo quando tutti se lo aspettano. Devono aver pensato la stessa cosa in casa Boston Celtics, partiti tra lo scetticismo generale di chi dava poca anzi pochissima fiducia ai ragazzi di Brad Stevens, che hanno visto diversi stravolgimenti durante l’anno con la partenza di Rondo, gli arrivi di Thomas e Crowder e le voci sul futuro imminente della franchigia in estate.

Celtics che hanno superato loro stessi, entrando ai playoff contro ogni pronostico piazzandosi al settimo posto, prendendosi uno sweep al primo turno contro Cleveland, ma mostrando uno spirito ed una combattività che hanno a dir poco sbalordito. Ma divertiamoci e stiliamo un pagellone di questa annata!

Brandon Bass 6,5 – Veterano della squadra, uno della “vecchia guardia” e uno di quelli che raramente tradiscono, chiaro non è il giocatore che ti cambia la vita, ma il suo contributo lo da sempre. Unica nota stonata la serie contro i Cleveland Cavs dove non è riuscito ad incidere nel modo in cui lui stesso avrebbe voluto, ma è stato anche lui uno degli artefici di questa ottima stagione.

Kelly Olynyk 6 – Ha mostrato maggior sicurezza nei proprio mezzi rispetto a quanto fatto vedere nella passata stagione, migliorando soprattutto in diversi movimenti in post su cui ha lavorato anche in estate con la nazionale canadese. Mai domo e battagliero fino alla fine, forse un po troppo, visto quello che ha combinato a Love.

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Avery Bradley 6,5 – Da lui ci si poteva aspettare di più, sicuramente l’uomo chiave per quanta riguarda la fase difensiva di Stevens, ma a volte può non bastare. E’ stato messo al centro del progetto, Ainge ha detto no a diverse offerte per lui, e quando sei perno fondamentale di una squadra devi dimostrare di esserlo a 360 gradi. Bradley non lo ha sempre fatto, ma ha carattere e dimostrerà di essere in grado di ricoprire questo ruolo. Mezzo voto in più per la fiducia.

Evan Turner 7 – Ad inizio stagione molti avevano destato più di una perplessità sul suo arrivo, perchè secondo loro non era quello di cui i Celtics avevano bisogno, a maggior ragione dopo la sua parentesi non molto felice ad Indianapolis. Contro tutto e tutti ha messo su una stagione superba, con un rush finale di altissimo livello che ha consentito alla sua squadra di staccare il biglietto per i playoff. Certezza.

Jonas Jerebko 6 – Lo svedese arriva a Boston quasi per caso, sotto traccia e sembra quasi non importi a nessuno. A sorpresa però si ritaglia un discreto spazio con minutaggio distribuito sia per il ruolo da ala piccola che da ala grande. Sufficienza meritata.

James Young 5.5 – Giovane di buone speranze, ha ricevuto nel corso della stagione attestati di stima da allenatore e compagni per la durezza e l’intensità che mostra in allenamento. Non brillantissima la sua resa in campo, va detto comunque che ha avuto poco spazio.

Mar 30, 2015; Charlotte, NC, USA; Boston Celtics guard Avery Bradley (0) drives the ball inside passed Charlotte Hornets forward Jason Maxiell (54) during the second half at Time Warner Cable Arena. The Celtics defeated the Hornets 116-104. Mandatory Credit: Jeremy Brevard-USA TODAY Sports

Jae Crowder 7 – Sorprendente impatto sulla squadra e sulle gare. Abbina dinamicità, aggressività e intensità difensiva a ottime cose mostrate dall’altra parte del campo. Estremamente versatile, ha dato nuova linfa al gioco dei verdi, oltre ad una profondità maggiore. Il tutto condito dalla giocata che è valsa i playoff con la tripla della vittoria contro i Toronto Raptors. Chi ha detto che la trade di Rondo non avrebbe portato nulla ?

Jared Sullinger 6 – Stagione più travagliata del previsto quella del giocatore nativo di Columbus, caratterizzata da un infortunio da stress che ha rischiato di chiudere anzitempo la sua stagione. Poi i problemi col peso, era arrivato a pesare 135 kg e la sua mobilità si era ampiamente ridotta. Poi a sorpresa il ritorno, non esaltante, ma di certo un buon segnale per il futuro.

Isaiah Thomas 7,5 – Arrivato con la grossa responsabilità di doversi accollare l’eredità di Rondo, non fa rimpiangere l’ex playmaker di Kentucky. Diventa miglior realizzatore della squadra e forse l’uomo simbolo dei Celtics che acciuffano la settima piazza ad est. Ciliegina sulla torta per questa sua grande stagione, il secondo posto al premio di sesto uomo dell’anno. Piccolo grande uomo !

Gerald Wallace 5,5 – E’ difficile dare un giudizio, Wallace non ha avuto molto spazio quest’anno, ma di sicuro ha avuto il merito di fare spogliatoio ed essere un mentore per i giovani che si affacciano all’NBA. Ottima chioccia per i “ragazzini”.

Boston Celtics' Isiah Thomas drives past Toronto Raptors' Lou Williams during the first half of an NBA basketball game Saturday, April 4, 2015, in Toronto. (AP Photo/The Canadian Press, Chris Young)

 Marcus Smart 7 – Voto in parte per l’ottimo rendimento, soprattutto nel finale di stagione, e in parte per il grande lavoro e la dedizione mostrati dal training camp fino al termine della stagione. Ha dovuto anche superare lo scoglio di un infortunio muscolare che avrebbe potuto compromettere il resto della stagione, ma la buona sorte e soprattutto il suo duro lavoro hanno pagato. Ha ancora da lavorare sul tiro dalla lunga, ma il potenziale è li ben visibile.

Luigi Datome 6 – Non ha mai preso un costante ritmo gara, ne a Detroit ne al TD Garden, ma ha sempre continuato a lavorare duro senza mai abbattersi per le innumerevoli panchine e le poche occasioni per mettersi in mostra in campo.Si è comunque sempre sbattuto e si è conquistato il rispetto di squadra, coach e tifosi, quindi strappa una sufficienza meritata.

Tyler Zeller 6,5-7 – Altro ragazzo che ha sorpreso in positivo è stato senza dubbio Zeller, che ha messo su ottimi numeri oltre a mostrare grossi miglioramenti soprattutto sugli scivolamenti difensivi contro i piccoli e i movimenti in post basso. I miglioramenti quindi sono evidenti rispetto al suo sbarco nella lega nel 2012, grazie a un’etica del lavoro impeccabile. Chapeu !

Brad Stevens 8 – Mi sento di dare la valutazione più alta all’uomo che secondo me ha il maggior merito della stagione superba dei Celtics. Ha dato un’anima alla squadra, l’ha fatta giocare e la fatta vincere secondo i suoi dettami, e non è così facile quando ti ritrovi ad inizio anno con una squadra che non è proprio in cima alle preferenze della massa. La squadra lo ha sempre seguito fin dal primo giorno, ed è un enorme merito per un coach di 38 anni e con una sola annata di NBA alle spalle. Il vero vincitore di questa stagione !

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Ora è attesa un estate bollente nel Massachusetts, con una free-agency che si preannuncia scoppiettante con i Celtics che potrebbero essere fra i protagonisti, per poter alzare di più l’asticella e potersi riavvicinare ai loro fasti gloriosi.