Ci sono momenti che cambiano per sempre la storia dello sport, per citarne qualcuno si può parlare di Italia-Germania 4-3 nella semifinale dei Campionati del Mondo 1970, o della vittoria di Jessie Owens nella finale olimpica dei 100 nel ’36 a Berlino.

Per quanto riguarda la pallacanestro sono tante le partite che hanno cambiato la storia di questo sport, ma credo che fra queste quella che sto per raccontarvi spicca in particolare. È il 20 aprile del 1986 e siamo in periodo di playoff. Ad affrontarsi, nel primo turno ad Est, sono i favoritissimi Boston Celtics dell’appena eletto MVP Larry Bird e i Chicago Bulls, arrivati ai playoff grazie al talento di un giovane afroamericano scelto per terzo al draft dell’anno precedente. Il ragazzo si chiama Micheal Jordan, e in quella squadra gioca praticamente da solo, contro una corazzata destinata a mettersi al dito l’anello.

jordan

Si gioca la seconda gara dopo una gara-1 in cui la franchigia del Massaschussets ha messo in chiaro le cose vincendo 104-123 nonostante 49 punti proprio di Jordan, con Bird in grado di segnare 30 punti con soli 13 tiri. Si torna a giocare gara-2, con i Celtics che sono convinti di poter vincere in scioltezza anche questa partita e la serie per poi occuparsi delle altre dirette avversarie, in particolare gli Atlanta Hawks di Dominique Wilkins e a ovest gli Houston Rockets di Hakeem “The Dream” Olajuwon.

Micheal Jordan però ha altri piani e mette a referto quella che è una delle più incredibili prestazioni della storia dei playoff e del gioco: segnerà 63 punti in una partita da 2 overtime, giocando 53 minuti.

Provano a marcarlo tutti, da Ainge a Dennis Johnson a Larry Bird, ma non ce n’è per nessuno, è letteralmente immarcabile. Alla fine però la spunteranno i Celtics, troppo superiori come squadra, mandando in doppia cifra 6 giocatori di cui 3 oltre i 20, ma quella partita verrà per sempre ricordata come la vera e propria consacrazione di quel fenomeno che Micheal Jordan è stato.

Larry Bird, che per anni ha vissuto la rivalità con il 23 da North Carolina, alla fine commenterà quella partita nel miglior modo immaginabile dicendo:

“Ho visto Dio… era vestito da Micheal Jordan!”.