In queste ultime tre stagioni, Kevin Love è stato ripetutamente considerato come il “capro espiatorio” di tutti gli errori e le sventure avvicendatesi nella Quicken Loans Arena. Quest’ultima è stata certamente la sua miglior stagione, almeno andando a considerare le mere statistiche individuali.
Love ha infatti viaggiato a 19 punti, 11.1 rimbalzi e 1.9 assist di media a partita, in poco più di 30 minuti di gioco. Il punto debole di Love è però spalleggiato dal plus/minus che, molto spesso, non è stato così convincente nella maggior parte delle sue partite. Eppure, rapportando statistiche, possessi e altre statistiche di squadra, sembrerebbe che Love sia comunque un punto di indiscutibile forza dei Cleveland Cavaliers. Ciò è dovuto al fatto che Love è stato frequentemente utilizzato negli inizi di partita, come se quasi lo si dovesse coinvolgere in maniera del tutto forzata, per salvaguardarne le statistiche.
L’adattamento di Love in Ohio non è stato infatti del tutto semplice, come normale che sia per ciascun giocatore che in un’estate passa dall’essere la punta di diamante dei Timberwolves all’essere il terzo violino seppur di una squadra da titolo. I possessi fondamentali di ogni partita sono infatti sempre stati giocati dall’ormai passato Irving e LeBron James. Dato che il naturale sostituto di Kyrie vedrà il campo molto probabilmente solo a gennaio, è evidente come Love possa e debba diventare la seconda arma offensiva dei Cavs post-Irving, i quali per una buona parte della stagione dovranno sopperire alla mancanza di punti dovuta alla assenza di Isaiah Thomas.
Tyronn Lue è infatti fermamente convinto che, dopo la sua miglior stagione ai Cavs, Love possa ancora migliorarsi, diventando un giocatore fulcro per andare a centrare la quarta finale consecutiva:
“Kevin avrà la miglior stagione da quando è qui. Se fai parte di una squadra da titolo, devi abituarti a compiere dei sacrifici, ma stavolta Kevin avrà una grande opportunità. Noi baseremo il nostro gioco molto di più attraverso lui”.
E’ quindi chiaro che anche coach Lue sappia di come Love abbia bisogno sia di responsabilità cestistiche che di sostegno morale e psichico. Se infatti dovesse realmente diventare un giocatore cardine e pienamente coinvolto nell’arco di tutti i 48 minuti di gioco, il ventinovenne di Santa Monica renderebbe i Cavs molto più competitivi di quello che si crede che siano.
Inoltre l’arrivo di Jae Crowder non può che essere positivo per un giocatore non propriamente difensivo, quale è il Beach Boy che troppo spesso ha dimostrato molte difficoltà nel reggere i cambi dovuti ai repentini e frequenti pick&roll. Proprio per questo motivo, in fase difensiva, Jae andrebbe a giocare da “stretch four” e Love, a cui non manca l’istinto per catturare qualche rimbalzo, andrebbe ad occupare il cuore dell’area colorata in un ipotetico quintetto piccolo, in cui andrebbe proprio a fungere da centro moderno: abbastanza veloce per quel ruolo e di grande tecnica dal tiro da oltre l’arco, considerando proprio il suo 36% da tre. Ovviamente, l’accoppiamento con Tristan andrà a palesare gli evidenti problemi strutturali che i Cavs non riescono a risolvere da qualche stagione.
La netta impressione rimane però sempre la stessa: i Celtics che si sono avvicinati dovranno comunque passare sul “corpo ” di James, ma nella prossima stagione, anche Love vorrà e dovrà dire, finalmente, la sua annullando tutte le voci di mercato che lo hanno ingiustamente coinvolto.