Per coach Erik Spoelstra e tutto il management dei Miami Heat, analizzando il corso e i risultati della stagione appena trascorsa e tracciando la linea da seguire durante la free agency estiva, è stato inevitabile ripartire da coloro che in un modo o nell’altro hanno contribuito nella fantastica rimonta che dal 17 gennaio ha portato la squadra amaranto a un passo dai playoffs con un record finale di 41 vittorie e altrettante sconfitte.
In questo senso l’allenatore di origine filippina e Pat Riley hanno deciso, proprio con l’intento di premiare chi aveva ben figurato negli ultimi mesi del 2016/17 e quindi proseguire sull’onda e sull’entusiasmo delle ultime gare, di provare a rifirmare tutti i protagonisti di quella rincorsa (Dion Waiters, James Johnson, il super veterano Udonis Haslem), sacrificandone giusto qualcuno per far posto ad addizioni che rendessero ancor più competitivo il roster di Miami.
Non è stato però questo il caso di Josh Richardson, guardia 23enne dal 2015 agli Heat (scelto alla numero 40 al draft di due anni fa dopo quattro anni a Tennessee) partito 33 volte in quintetto l’anno scorso e capace di concludere a 15 punti di media (col 53% dall’arco), 2,3 recuperi (primo di squadra) e 1,3 stoppate (dietro solo a Whiteside) il conclusivo mese di aprile.
Alla luce di queste cifre ma non solo (a molti in squadra è piaciuta l’applicazione e l’energia mostrate in difesa dal nativo di Edmond, Oklahoma), al termine di diverse settimane di trattative coi suoi agenti, Miami ha finalizzato con uno dei giocatori più cresciuti negli ultimi mesi della scorsa stagione un rinnovo quadriennale da 42 milioni dollari complessivi (il quarto anno è una player option che il giocatore potrà decidere se esercitare o meno) che avrà effetto a partire dalla stagione 2018/19.
In questo modo, con grande soddisfazione da parte di entrambe le parti, Richardson potrà continuare il proprio percorso di miglioramento iniziato nel 2017 dando (nelle speranze di Spoelstra) un apporto importante in uscita dalla panchina e confermarsi così uno dei perni del team di Miami.
La speranza, per lo staff tecnico come per i tifosi che assieperanno gli spalti dell’American Airlines Arena quest’anno, è che il giovane cambio di Waiters non venga debilitato dagli infortuni: nel 2016/17 il numero 0 è sceso in campo solo in 53 occasioni su 82 tormentato da ricorrenti problemi alle caviglie e, a inizio stagione, saltò addirittura il training camp per un problema al ginocchio.
Ad oggi invece all’inizio del training camp degli Heat mancano solo 12 giorni e, a meno che la sfortuna non decida all’improvviso di prenderlo nuovamente di mira, questa volta JR0 dovrebbe proprio iniziar sano la stagione del suo definitivo lancio.