Se la terza opzione offensiva di una squadra è in grado di segnare 60 punti in nemmeno trenta minuti, significa che la squadra stessa sta attraversando un buon momento.
In realtà, per essere precisi, i Golden State Warriors stanno passando un buon “momento” da circa tre stagioni, probabilmente continuando per altri altrettanti anni, costruendo, in via definitiva, una bella parte della storia del gioco.
Tutto ciò è anche dovuto al fatto che lo “zoccolo duro” della franchigia rimarrà invariato per anni. Klay Thompson, quindi, non cambierà la sua canotta, statene certi. Questo è da ribadire poiché molte franchigie, in questa offseason, hanno provato a coinvolgere, seppur vanamente, il numero 11 degli Warriors in varie trade.
L’ultima recente notizia, anche se è da considerare quasi come una fake news, o un sogno, è stata quella che avrebbe visto Klay a Boston in un mega scambio che avrebbe avuto anche la partecipazione dei Washington Wizards.
Nel corso dell’estate si sono susseguiti diversi tentativi effettivi per ottenere il terzo violino degli Warriors. Anche i vice campioni dei Cleveland Cavaliers hanno provato ad ottenere lo stesso Thompson in cambio di Irving, così come nell’Indiana avrebbero ben accettato lo stesso Klay, cedendo PG. Ma tutti questi tentativi sono e continueranno ad essere vani almeno fino al 2019, ovvero l’anno in cui Thompson diventerà Unrestricted Free Agent. In quell’estate infatti non sarà la dirigenza di Golden State a dire no a Thompson, ma sarai lui stesso che deciderà la squadra che andrà o continuerà a beneficiare delle sue prestazioni.
Sino a quel momento i GSW non si priveranno certamente del talento losangelino. Certamente la franchigia stessa continuerà ad andare lontano finché Curry continuerà a deliziarci con le sue raffinatezze, ma Bob Myers e Steve Kerr sanno che fra il talento dei vari Durant e il carisma dei vari Green, c’è sempre bisogno di un leader silenzioso e poco appariscente come Thompson, il quale nella passata stagione ha viaggiato a 22.3 punti, 3.7 rimbalzi e 2.1 asssist di media nonostante sia stato il “più danneggiato” dall’arrivo dell’ex Thunder.
Thompson, ma anche la franchigia, sa bene che potrebbe essere il “faro alpha” di qualsiasi altro team e che potrebbe ottenere sicuramente un max contract altrove. Attualmente guadagna molto meno di un ipotetico contratto al massimo salariale: circa 36 milioni di dollari complessivi, fino appunto al 2019. Ma nonostante tutto questo Klay, che rispecchia totalmente ciò che lui rappresenta e dà in campo, predilige il gruppo e la vittoria finale, rispetto ad un’altra avventura caratterizzata magari da presunzione e denaro.
D’altronde Klay Thompson ha raggiunto molti traguardi importanti proprio grazie ai suoi ideali e alla sua voglia di essere una bandiera, anche a costo di sacrificarsi, valori che, purtroppo, tanto mancano nello sport moderno. Sarà lo stesso anche nel 2019?