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Mentre i vari general manager NBA continuano a cavalcare quello che rimane dell’onda della Free Agency, dietro le quinte una buona parte degli staff rimane concentrata nel recupero di un tesoro meno appariscente: i giocatori fermi in infermeria. Storicamente sotto differenti loghi si celano approcci diversi nei confronti degli infortunati e, guarda un po’, i San Antonio Spurs si sono dimostrati nel tempo una delle franchigie più attente a conservare quello che di buono hanno già in casa.
Il 4 maggio abbiamo salutato Tony Parker durante l’ultimo quarto di gara-2 contro Houston, portato a braccia dai compagni fuori dal perimetro di gioco e accompagnato da un “it’s not good” di coach Popovich che non lasciava presagire il meglio. Cosa succede in questi casi, una volta fuori dalla portata delle telecamere?
Prima di tutto bisogna capire quale sia l’ entità del danno. L’ esecuzione di una risonanza magnetica ha permesso di individuare per il playmaker 35enne una rottura del tendine quadricipitale sinistro, cioè del cordone che attacca la muscolatura anteriore della coscia (il muscolo quadricipite appunto) alla rotula e permette così di estendere la gamba. Questo tipo di lesione avviene tipicamente quando la gamba si trova leggermente piegata, con il piede saldamente piantato al suolo e deve fare uno sforzo eccessivo ed improvviso: esattamente come successo al numero 9 francese. Se aggiungete che l’età media a cui avviene è circa 36 anni, il profilo è completo.
Il primo passo per il recupero è l’intervento chirurgico: il 5 maggio Parker è stato infatti “ricucito” dal medico degli Spurs dr. David R. Schmidt in un intervento riferito via twitter dalla franchigia stessa. Successivamente è prevista una precoce ma prolungata riabilitazione mirata a portare il giocatore francese di nuovo in campo nel giro di 6-9 mesi dall’intervento subito.
Le prime dichiarazioni ufficiali della franchigia stimavano il ritorno in campo di Tony Parker intorno a gennaio, ma il cestista francese sta bruciando le tappe giorno dopo giorno e ci si aspetta di vederlo in campo già a novembre, cioè a distanza di circa 6 mesi dall’operazione. La risonanza magnetica di controllo a cui si è sottoposto “Tonino” nella giornata di venerdì, ha infatti evidenziato un netto miglioramento:
“Il dottore ha detto di essere molto felice della risonanza. Quindi mi hanno dato l’ok per allenarmi, ma credo che occorreranno ancora altri due mesi per tornare in forma e rendere la mia gamba più forte. Spero di tornare entro metà novembre, fine novembre. Sono molto contento di questo perchè i medici pensavano che sarei tornato in campo a gennaio”.
Per il playmaker si tratterà quindi di saltare il primo mese, mese e mezzo della nuova stagione, lasciando spazio a Patty Mills e a Dejounte Murray, e di rientrare cautamente prendendosi il tempo necessario. La strada è ancora lunga ed in salita, ma la determinazione in Texas non manca di certo e per Parker si incomincia a intravedere la luce in fondo al tunnel.