La trade che ha coinvolto Isaiah Thomas e Kyrie Irving ha sicuramente scosso l’intero ambiente NBA, sollevando forti critiche sulla presunta mancanza di rispetto mostrata dai Boston Celtics nei confronti del suo generoso playmaker. Il “folletto” Isaiah ha sempre buttato “il cuore oltre l’ostacolo” per la fedeltà e l’amore provato nei confronti di tutto l’ambiente biancoverde, trascinando la franchigia verso l’insperato traguardo delle Finals di Conference e trasformando di fatto Boston in una reale contender della Eastern Conference.
Non è stata la decisione improvvisa di scambiare Thomas a scatenare la pioggia di critiche che si è abbattuta sul G.M. Danny Ainge (sul piano tecnico, per quanto discutibile, la trade che ha portato Irving nel Massachusetts ha comunque una logica ben precisa), ne le poche parole rilasciate da coach Brad Stevens ad un piccolo supporter che chiedeva delle spiegazioni sull’accaduto quanto la rabbia e il rancore di una parte dei tifosi biancoverdi nei confronti dell’incolpevole Isaiah. L’atto di bruciare la maglia numero 4 in segno di disprezzo verso il giocatore ha indignato molti appassionati della NBA: dai semplici tifosi agli ex giocatori della lega americana.
In particolare, non è passata inosservata la reazione sui social network di due storici campioni NBA: Caron Butler e Ray Allen. L’ex forward dei Dallas Mavericks ha espresso tutto il suo dissenso verso la mancanza di rispetto mostrata dalla dirigenza dei Celtics verso Thomas, sottolineando (con parole piuttosto forti) la gravità dell’accaduto dopo i sacrifici fatti dal giocatore nei confronti della franchigia. Non bisogna mai dimenticare il gesto d’amore fatto da Isaiah nei confronti dei Celtics, con la partecipazione in gara-1 dei playoffs conto i Chicago Bulls nonostante la tragica scomparsa della sorella, persa in un incidente stradale poche ore prima:
“I Celtics hanno scambiato un ragazzo che ha giocato una partita per loro nonostante avesse perso la sorella il giorno precedente… ma ci si aspetta lealtà nei confronti della franchigia vero?! Un grande appoggio va al mio amico Isaiah.
Anche io sono stato scambiato in passato, fa male lo so. Se i giocatori lasciano la loro squadra sono dei traditoti ignobili, se invece una squadra scambia un giocatore che ha dato il cuore e l’anima per quella città viene chiamato business! Qualcuno mi sa dire se tutto questo ha un senso?
Il modo migliore per avere a che fare con questo business è non aspettarsi niente da nessuno, tranne che da se stessi!”.
Poco dopo anche Ray Allen, storico componente dei “Big Three” di Boston, si è espresso sulla vicenda. Il campione NBA ha immediatamente supportato le parole di Caron Butler, sottolineando l’incongruenza del valore attribuito alla fedeltà dei giocatori verso la propria franchigia da parte dei tifosi:
“Ho immediatamente pensato la stessa cosa. Se un giocatore decide di andare in una squadra perchè ritiene che sia la soluzione migliore per il suo futuro è un problema: la franchigia non vuole privarsi di te, non ha le giuste contropartite e tu vieni etichettato come un traditore.
I tifosi fanno di te il nemico pubblico numero uno perchè non hai avuto rispetto di loro ma, se tutto questo viene fatto dalla franchigia, non esiste tradimento… esiste solo il business.
Mi aspetto che ogni tifoso dei Celtics critichi la dirigenza e prendano le distanze da essa. Non sono stati leali con Thomas, sono stati veramente scorretti. Lo hanno mandato alla vostra principale rivale, alla squadra che avete affrontato nelle ultime Finlas di Conference! Ora però si chiama business…”.
Ray Allen conosce personalmente le sensazioni nate da questa assurda situazione: le frizioni nate con i tifosi dei Celtics dopo il suo passaggio a South Beach non sono mai sparite, tanto da essere persino escluso da qualsiasi anniversario dell’anello conquistato nel 2008. Proprio per questo motivo la storica shooting guard si è esposto in difesa di Isaiah Thomas, vittima principale del polverone mediatico della trade e vero “cuore spezzato” della vicenda.
Lo stesso Isaiah Thomas ha mostrato la propria gratitudine verso le parole spese da Caron Butler e Ray Allen, ai quali si è unito anche l’ex giocatore NBA e volto dell’emittente americana ESPN Kenny Smith. L’ambiente del TD Garden ultimamente sembra aver dimenticato il motto dei Boston Celtics che recita letteralmente queste parole: “Once a Celtic, always a Celtic”. Isaiah Thomas non ha mai dimenticato queste parole e si è sempre battuto con tutto se stesso per la causa biancoverde.
Sarebbe quindi corretto da parte di tutti i tifosi bostoniani ricordare il proprio credo e contraccambiare il rispetto ricevuto da un giocatore tanto leale quanto generoso.