Una delle prime squadre a incontrarsi con la stampa per il Media Day sono stati i Golden State Warriors. I campioni in carica hanno rilasciato parole molto interessanti, e Gazzetta NBA ha selezionato per voi le più importanti, che potete leggere di seguito.
Il primo a parlare è ovviamente coach Steve Kerr, che inizialmente ci aggiorna sulle sue condizioni fisiche che lo hanno costretto a saltare alcune gare degli ultimi Playoffs, e poi analizza i nuovi acquisti di GSW dicendo la propria su come si inseriranno:
Mi sento meglio, non sono al 100% ma spero che lo sarò a un certo punto della stagione.
Penso che quest’anno giocheremo meglio. Abbiamo un roster più profondo. Come ho già detto, la continuità è importante. Ma la sfida è ovvia: tre anni di fila alle Finals e vogliamo provare ad andarci per la quarta volta. In pochissimi nella Lega ci sono riusciti, e c’è una ragione.
Sono molto fortunato perché abbiamo diversi playmaker e molti giocatori versatili, quindi molte cose che proviamo non sono situazioni forzate. Possiamo mettere molti ragazzi in diverse posizioni perché loro possono farlo. Quindi la cosa interessante di quest’anno è che avremo un sacco di bocche da sfamare.
Abbiamo molti giocatori che vogliono giocare minuti importanti, ma sanno qual è lo scopo di tutto ciò. C’è un disegno più importante che giocare e tirare per le statistiche personali, ed ecco perché molti di loro sono arrivati qui negli ultimi due anni. Lavorerò molto con loro e sono fiducioso che si impegneranno molto per trovare il modo di inserirli nel nostro gioco.
A seguire parla l’uomo immagine dei Warriors, ovvero Stephen Curry. Al numero trenta viene chiesto se è preoccupato che qualcuno dei nuovi arrivati non possa integrarsi alla perfezione nel loro gioco, ma secondo Steph non ci sarà alcun problema:
Nessuna preoccupazione: visto il modo in cui giochiamo, tutti toccano la palla. Tutti sono coinvolti e possono essere una minaccia sul campo. E grazie ad alcuni ragazzi che abbiamo in squadra molto intelligenti a livello cestistico, troveremo un modo per far integrare i nuovi e far funzionare tutto. Kerr ha fatto un ottimo lavoro nello spiegare questo messaggio. Abbiamo i playmaker, abbiamo i giocatori che possono segnare quando ne abbiamo bisogno, ma durante tutta la partita, devi utilizzare ogni singolo giocatore per far sì che le cose funzionino. E non abbiamo giocatori egoisti o gelosi di altri.
Quando si parla di Kevin Durant, ovviamente, la prima domanda che gli viene fatta riguarda la figuraccia fatta con i suoi account Twitter. A seguito delle sue scuse, parla anche del rapporto con Nick Young, giocatore arrivato proprio in questa estate:
Ho giocato troppo e mi dispiace molto aver offeso Donovan e i Thunder; non avrei mai voluto. Sono stato soltanto un idiota, lo riconosco e voglio lasciarmi indietro questa faccenda.
Penso che la sua personalità (di Nick Young) si adatti perfettamente. Nick porta sempre con sé molta eccitazione e energia. E’ sempre lo stesso ogni volta che lo vedo. Quindi poter lavorare con lui ogni giorno sarà fantastico. E sono sicuro che il suo gioco sia perfetto per noi: uno che può tirare e segnare, ma anche creare per tutti gli altri.
Draymond Green invece si espone su quale sarà, secondo lui, la più difficile da battere nella Western Conference, dopo tutti i movimenti di mercato che ci sono stati:
Per me è ancora San Antonio la più difficile da battere. Penso che Minnesota sia migliorata, Houston e OKC sono migliorate e sarà difficile batterle. Ma non mi sento di mettere nessuno al di sopra di San Antonio, visto quello che hanno fatto. Non hanno mai avuto una ricaduta e l’anno scorso hanno vinto qualcosa come 60 partite nella regular season.
Infine arriva il turno di Klay Thompson, il quale parla più a livello individuale, spiegando quale sarà il suo personale obiettivo in questa stagione:
So che Steph e KD sono riusciti a entrare nel club del 50-40-90. Mi piacerebbe unirmi a loro quest’anno, sarebbe piacevole. Quest’anno voglio soltanto essere più efficiente, si può sempre migliorare da questo punto di vista. Non mi sento di essere stato sacrificato. Preferisco far parte di una squadra con un’eredità. C’è molto di più nel basket che prendersi tiri ed essere il migliore. Spero di continuare a giocare così per gli Warriors per molto tempo.
Insomma, tutti i principali Warriors sono molto affiatati questa stagione e con l’inserimento di alcuni comprimari come Young, Casspi e Bell, sarà davvero complicato porre fine al dominio di Golden State.